Napoli è al collasso? Ultima nella classifica "Qualità della Vita”. 'Guagliu scetammece ro suonn!'

di Anna Laudati

L’indagine svolta dal Sole 24 ore sulla qualità della vita 2010, che come ogni anno esplora la vivibilità delle 107 province italiane in circa sei ambiti (tenore di vita, ambiente e salute, affari e lavoro, popolazione, ordine pubblico e tempo libero), condanna il capoluogo campano all’ultimo posto. Noi giovani partenopei non ci stiamo. Adesso basta. Dobbiamo darci una mossa. (Anna Laudati e Alessandra Barone)

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E' lunedì 6 dicembre, tanto per cambiare il cielo è grigio, ma per fortuna fa meno freddo di ieri. Scendi di tutta fretta per andare a lavoro e leggi: Classifica 2010 della qualita' della vita: al primo posto Bolzano, che raggiunge il podio con un balzo di sette posizioni rispetto al 2009. Al secondo posto si piazza Trento, l'altra provincia autonoma, che guadagna tre posizioni. Terza, stabile rispetto allo scorso anno, Sondrio. Ultima in classifica, Napoli, preceduta da un folto gruppo di citta' meridionali.

Allora esclami: "E noooo! Ora basta!"

Napoli, non è mai andata così male, ma purtroppo questo dato non sorprende più di tanto, ormai il capoluogo campano è sempre più protagonista in negativo delle cronache. Insieme a Napoli, scendono anche Roma e Milano. In netto recupero rispetto al 2009, Torino, che sale ben 14 posizioni. Le aree del nord sono tutte in progresso: la migliore è Bologna (ottava), seguita da Bergamo (36 posizione) e Brescia (44 posizione). Firenze scende un paio di gradini ed è 16 (posizione). Bari, Palermo, Salerno e Catania sono più o meno stabili sotto la 90 posizione.

Tra le città straniere dove gli italiani sognano di vivere spicca come sempre Londra, seconda Parigi seguita da New York. I parametri che hanno fatto guadagnare i primi posti alle due province autonome sono le buone opportunità occupazionali anche femminile una due su due ha un impiego, ottimo anche il livello della sicurezza pochissimi i furti d’auto, case e strade tranquille, alto anche l’indice dell’ambiente e della salute, buono anche il settore dei servizi e pratiche burocratiche.

Tanti i fattori che hanno portato la città partenopea ad essere l’ultima città italiana dove vivere, primi tra tutti il tenore di vita, affari e lavoro. Napoli ha un’inflazione pari ad oltre il 2%; comprare casa è praticamente o quasi impossibile visto che costa 3.700 euro al metro quadro, per non parlare poi della situazione lavorativa: i giovani tra i 25 e di 34 anni sono occupati al 41% e la maggior parte di essi con contratti precari; l’occupazione femminile è molto bassa ed i fallimenti delle imprese sono oltre il doppio della media nazionale. Niente di buono nemmeno sul fronte ambientale, visto l’emergenza rifiuti di cui è protagonista da tempo la città partenopea.

Critica anche la situazione sotto il profilo della sicurezza, con record negativi altissimi, tranne che per quello che riguarda i furti in casa. Insomma, secondo questi dati, la città del sole sembra essere al collasso. A consolarci? Un'unica prospettiva quella secondo cui una volta toccato il fondo, e ci siamo, non si può che risalire. Questa situazione dovrebbe far riflettere le istituzioni e la popolazione napoletana: è arrivato il momento di darsi da fare, di svegliarsi e di agire. Basta con la politica clientelistica, basta con l’omertà, basta con la filosofia tutta napoletana dell’arrangio.

Napoli deve risorgere e farsi rispettare ed i primi che devono adottare per costruire questo cambiamento di rotta siamo proprio noi napoletani. Una città come Napoli non può e non deve essere il fanalino di coda di nessuno, non lo merita e nessuno di noi giovani lo vuole. C’è bisogno di una mentalità diversa, di una mentalità del fare e non dello stare a guardare.

E’ arrivato il momento di darsi una mossa: Guagliu scetammece ro suonn!