Save the Children. Mamme teenagers: La storia di Maria

di Ornella Esposito

Oltre 10.000 adolescenti coraggiose che scelgono di proseguire la maternità: sono i dati emersi dal rapporto di Save the Chiledren sulla condizione delle mamme in Italia, di quest’anno, dedicato alle mamme poco visibili, ragazze tra i 14 e 19 anni che decidono di occuparsi personalmente del proprio bambino. Ne parliamo con Marianna Giordano, presidente della Cooperativa Sociale “L’Orsa Maggiore”che lavora da anni a Napoli con gli adolescenti difficili. Segue la storia di Maria, giovane mamma coraggiosa. (Ornella Esposito)

mamma_teeneger “Piccole mamme”, così è stata intitolata la giornata napoletana di presentazione del rapporto condotto da Save the Chiledren sulla condizione delle mamme giovanissime in Italia, oltre 10.000 adolescenti coraggiose che scelgono di proseguire la maternità tra paure, speranze e ostacoli. La ricerca, condotta sulle città-campione di Milano, Roma e Napoli, ha cercato di capire chi sono le mamme teen, come vivono e come interagiscono coi propri figli; Save the Chiledren, oltre ad elaborare i dati Istat, ha scelto di intervistare le piccole mamme e gli operatori sociali che le seguono per raccontare, dietro ai numeri, le loro storie, e la doppia sfida dell’essere adolescenti e nel contempo genitori.

Delle 10.000 mamme teen, circa 2.500 sono minorenni, di queste ultime l’82% è costituito da mamme italiane mentre il restante da mamme straniere, provenienti, in prevalenza, da Romania, Marocco ed Albania. Il 71% delle baby-mamme vive al sud e nelle isole, dove vi è la maggior concentrazione di italiane diversamente da Milano dove vi è una percentuale più alta di straniere. Ne parliamo con Marianna Giordano, presidente della Cooperativa Sociale “L’Orsa Maggiore” che ha collaborato alla ricerca, e che lavora da anni con gli adolescenti difficili nella periferia di Napoli.

Adolescenti col pancione. Circa 10.000 in Italia. Un piccolo numero, ma una realtà importante. Perché è necessario occuparsene? Perché sono due bambini in gioco, il piccolo appena nato e la mamma anche lei portatrice di sogni, diritti, aspettative, a volte, messi a repentaglio dalla maternità precoce ed anche perchè già l’adolescenza trova poco spazio nella nostra società e nel sistema dei servizi, tanto più una condizione così specifica quale quella di una mamma adolescente.

Quali sono i pensieri, i sentimenti e le difficoltà ricorrenti delle nostre piccole mamme? I sentimenti sono molteplici e convivono anche in modo contraddittorio nelle giovani mamme. Da un lato, un senso di potenza per il fatto di mettere al mondo un figlio, dall’altro il rammarico per l’interruzione della spensieratezza. Per un verso, il senso di soddisfazione all’idea di aver acquisito un ruolo ed una riconoscibilità, magari, a fronte di una condizione di Cenerentola che vivono nelle famiglie d’origine, dall’altro la paura della solitudine e del futuro.

Le difficoltà sono su più piani: soggettivo, di conciliare le aspettative personali con la funzione genitoriale, relazionali con il partner quando c’è e con la famiglia di origine : spesso entrambi non sono una risorsa ma autori di pressioni, sopraffazioni, violenza in termini di squalifica (a volte anche fisicamente); sul piano sociale perché la maternità precoce aumenta il rischio di isolamento dai coetanei, dalle opportunità di aggregazione, dal lavoro e quindi dall’inclusione. 

La sua Cooperativa si occupa da anni delle giovani mamme. Nello specifico, in cosa consiste in vostro intervento, e quali sono i servizi a sostegno della maternità precoce? Come “L’Orsa Maggiore” interveniamo a più livelli in relazione ai bisogni e alle specificità delle ragazze che incontriamo. Anzitutto proponiamo uno spazio di accoglienza ed ascolto in cui la giovane può ritrovarsi ed esprimere se stessa, le proprie emozioni e le proprie preoccupazioni, ed offriamo un’operatrice referente (educatrice o assistente sociale a secondo del punto di accesso) che accompagna la costruzione di un progetto di aiuto. Offriamo spazi di gruppo, accompagnamento nell’accesso ai servizi socio sanitari ed educativi nonché un servizio di sostegno educativo domiciliare nell’ambito del programma di sostegno alle famiglie denominato “Adozione sociale”, orientato al rinforzo della funzione genitoriale, alla proposta di uno stile di accudimento adeguato, al sollievo ed al supporto alla giovane mamma ed al padre, quando c’è.

Quant’è importante per la crescita di una piccola mamma, riappropriarsi di un pezzo della propria adolescenza? Concettualmente riteniamo che sia importante, ma nel contesto in cui operiamo è molto difficile perché il modello culturale prevalente è che, una volta diventata madre, devi ritenere chiusa l’età della spensieratezza. A volte vi sono nonne che sollecitano le figlie a viver ancora l’adolescenza, ma spesso sono quelle che tendono ad “appropriarsi “ dei nipoti e delegittimare le madri ad essere tali. Anche per le giovani non è facile far convivere la responsabilità verso il figlio con una cura per sé. 

Che cosa sognano le mamme teen? Una casa tutta per loro, che il bambino stia bene, qualcuna un principe azzurro. 

Ci racconta una storia di una mamma teen, andata a buon fine? Forse più che parlare di “buon fine”, per il difficile contesto in cui viviamo, potremmo parlare di costruzione di traiettorie diverse per le nostre giovanissime mamme.

Questa è, per esempio, la storia di Maria

Maria è una bella ragazza di 18 anni, madre di Salvatore. La sua famiglia di origine è composta da: Mariarca, la madre, ha avuto Maria a soli 16 anni, lavora come domestica, cura con attenzione la piccola abitazione posta in uno scantinato di un palazzo, Sossio, il padre, ha 40 anni con problemi di dipendenza, ed ex detenuto. Mariarca ha costituito per lui lo sprone al cambiamento, ma egli è spesso violento con lei ed ha contratto alti debiti di gioco.

Rosaria, la sorella, ha 16 anni, nell’infanzia e nell’adolescenza ha vissuto le tensioni familiari diventando una ragazza problematica, mentre Maria era la bambina modello, non ha proseguito gli studi oltre la licenza media; attualmente non lavora ed è violenta, anche nei confronti dei familiari.

Nicola, il fratello più piccolo, ha 10 anni, e rappresenta per Mariarca, la madre , l’unica possibilità di riscatto da una vita di stenti e difficoltà.

Maria, un’infanzia ed un’adolescenza vissute in modo simile alle sue compagne, dopo una violenta delusione amorosa, ha iniziato a frequentare Gianni, un ragazzo del quartiere. Racconta di questo fidanzamento con Gianni quasi come un accordo tra le mamme, l’una preoccupata della salute di Mariarca e di una possibile anoressia, l’altra dello sbandamento del figlio, vedendo la relazione amorosa tra i due, l’unica ancora di salvezza per entrambi.

Dopo pochi mesi che uscivano insieme, Maria è rimasta incinta per “distrazione” come lei stessa afferma e, pur non essendo innamorata di Gianni, ha deciso di continuare questa relazione e di avere il bambino, Salvatore, nato a marzo del 2009.

Maria non lavora e Gianni, saltuariamente, lavora come operaio con il papà e lo zio. Il nucleo familiare vive in un unico vano con cucina ed un servizio esterno; li divide dall’abitazione della famiglia di lui una fragile parete di cartongesso.

Attualmente la coppia ha grossi problemi economici e, di recente, Maria ha anche scoperto che il suo bambino è celiaco.

Maria sente molto il peso di essere passata dall’adolescenza all’età adulta troppo velocemente, ritiene la sua famiglia di origine in parte colpevole dei suoi errori, e vive un rapporto molto conflittuale con sua madre, che vede in lei il reiterarsi dei suoi fallimenti.

Maria è una mamma che ama il suo bambino , ma non rispetta con lui alcuna norma di sicurezza , è spesso distratta ( va in automobile senza sediolino, o addirittura senza cintura di sicurezza, la tiene vicina mentre usa ferro da stiro, piastra per capelli ecc…), non giocava affatto con il suo bambino se non mettendogli le suonerie al cellulare o proponendogli di svuotare la sua borsetta.

Per questi motivi si è scelto di aiutare i due giovani attivando un progetto di sostegno alla genitorialità. A tal fine l’operatrice, supportata dalla rete dei servizi, ha iniziato un sostegno che prevede un orientamento per Maria e Gianni (curriculum, colloqui di lavoro ecc.), un sostegno psicologico e educativo per la giovane mamma, un accompagnamento verso una modalità alternativa di accudimento del suo bambino, proponendo giochi e letture adeguate all’età che facciano da stimolo allo sviluppo del piccolo.

Dopo aver stilato insieme all’educatrice il curriculum, Maria è riuscita ad ottenere un colloquio presso una catena di supermercati: ha tenuto un brillante colloquio, si è dichiarata disponibile e flessibile, ma appena scoperto che era mamma di un bambino, ha congedato la giovane.

Oggi Maria, pur tra mille difficoltà, guarda avanti con più autonomia e fiducia sia per sé che per Salvatore.