Arci chiede Servizio Civile aperto agli stranieri

di Katia Tulipano

L’associazione Ricreativa e culturale italiana esprime preoccupazione per l’annunciata chiusura del Servizio Civile Universale agli stranieri. (Katia Tulipano)

arci Dopo la chiusura del Servizio Civile del futuro agli stranieri annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi non si è fatto attendere il commento dell’Arci. “E’ un’affermazione che ci preoccupa, che non condividiamo e che tra l’altro contraddice l’ordinanza del tribunale di Milano che, nei mesi scorsi, affermando che la nozione di cittadino contenuta nella Costituzione riguarda non solo le persone di nazionalità italiana, ma anche coloro che vivono stabilmente e regolarmente in Italia, impose la riapertura dei bandi di servizio civile nazionale che in origine escludevano la partecipazione di giovani di origine straniera.”

Da sempre impegnata sui temi della cittadinanza, l’Arci sottolinea che l’apertura di Renzi alla discussione sul tema dei diritti e della cittadinanza deve essere accompagnata dalla  “volontà politica di assicurare pari diritti e opportunità ai cittadini italiani e alle persone di origine straniera, nate in Italia o qui residenti regolarmente.” L’Arci precisa: ”Se manca questa volontà, restano solo  le dichiarazioni di buona volontà. Che però servono ben poco  ai giovani stranieri che vivono in Italia e che si vedono quotidianamente negati i diritti di cui godono i loro coetanei italiani.“

“Ci chiediamo cosa possa aver indotto a un simile cambio di rotta il presidente Renzi”, continua poi l’Arci, “Certamente non la preoccupazione per le risorse che assorbirebbe l’eventuale apertura, visto che nel 2013 il rapporto tra le domande di partecipazione al servizio civile tra stranieri e italiani è stato di 613 a 90.030”. “Se invece la preoccupazione fosse di poter considerare ‘affidabili’ per la difesa della patria – in questo caso attraverso il servizio civile – solo i cittadini italiani – conclude l’Arci - , ci  pare una visione un po’ datata, che non fa i conti con la realtà, visto che, secondo le proiezioni, nel 2020 i cittadini stranieri residenti saranno oltre il 10% della popolazione e nel 2015 il 15%".