“Fridays for Future”, il 40% dei giovani nel mondo ha partecipato alla prima manifestazione

di Redazione
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Nelle proteste per il clima sono state molto partecipate, soprattutto dai ragazzi: tra i manifestanti la fascia d'età più rappresentata è quella dai 14 ai 19 anni

friday for future

Le proteste del movimento per il clima Fridays For Future hanno mobilitato milioni di persone in tutto il mondo nel 2019. Un team di studiosi provenienti da diverse università europee ha organizzato un sondaggio durante lo sciopero dello scorso 15 marzo, intervistando i partecipanti alle manifestazioni in tredici città di nove nazioni diverse (Svezia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Austria, Svizzera e Italia).

L'obiettivo dell'indagine era analizzare la composizione demografica dei manifestanti e le motivazioni che li hanno spinti a scioperare. Anche il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Scuola Normale Superiore, a Firenze, ha preso parte alla ricerca, con un gruppo di ricercatori del Centro di Studi sui Movimenti Sociali Cosmos diretto dalla Professoressa Donatella Della Porta.

I dati raccolti hanno rivelato che tra i manifestanti la fascia d'età più rappresentata è quella dai 14 ai 19 anni. Numerosissimi i partecipanti alla loro prima protesta, intorno al 40% in tutte le nazioni: il movimento dei Fridays For Future, unico per le sue tattiche e per l'attrattiva che esercita sugli adolescenti, dimostra il suo potenziale di fucina di giovani cittadini impegnati, a partire dall'attivismo per il clima.

Prevalgono le donne, in particolare tra gli studenti (66.4%), segnale indicativo del forte effetto mobilitante della guida del movimento, Greta Thunberg. Anche l'educazione gioca un ruolo importante: la maggioranza dei partecipanti ha un'istruzione secondaria o superiore, o sta completando il percorso di studi per acquisirla.

Tra i diversi motivi per scendere in piazza a protestare, per gli studenti è stata determinante soprattutto la partecipazione dei compagni. Un terzo dei ragazzi è stato invitato da qualcuno, per la grandissima maggioranza da un amico; a loro volta, gli studenti così coinvolti si sono attivati per invitare nuovi partecipanti, creando una catena virtuosa sempre più estesa.

Per gli adulti, questo meccanismo è meno marcato ma è comunque significativo. La notizia della protesta non si è diffusa solo tramite il passaparola diretto: il secondo canale d'informazione dei Fridays For Future sono i social media come Facebook, Twitter e Instagram, che hanno attirato circa il 30% tra giovani e adulti.

Dal sondaggio emerge un dato significativo sull'alto grado di sfiducia nelle istituzioni: solo il 10% degli studenti e l'8% degli adulti si dice convinto di poter far affidamento sui governi per risolvere i problemi ambientali. Anche se la maggioranza dei manifestanti ha deciso di aderire allo sciopero ''per far pressione ai politici affinché cambino le cose'' e ritiene che ''i politici debbano mantenere le loro promesse per fermare il riscaldamento globale'', pochissimi credono che i loro sforzi otterrano il successo auspicato.

Tuttavia, le ondate di protesta per il clima continuano e aumentano, come ha dimostrato la recente manifestazione del 27 settembre, alla quale il Centro Cosmos ha altresì partecipato distribuendo questionari per l'indagine, i cui dati verranno elaborati nelle prossime settimane.

E la grandissima presenza di giovani che scioperano per la prima volta indica la forte possibilità di crescita dei Fridays For Future in un movimento più ampio, animato da una nuova e diversa generazione di attivisti: altri sondaggi sono già stati predisposti per il futuro e saranno utili a seguire lo sviluppo nel tempo della prima mobilitazione giovanile di massa per l'ambiente.

(Fonte: AdnKronos – Fonte foto: Secolo XIX)