I giovani di Igersnapoli al Parco dei Murales di Ponticelli per il primo InstaMeet

di Alessandro Bottone, volontario in Servizio Civile*
Stampa

Negli ultimi mesi l'attenzione sul Parco dei Murales di Ponticelli è aumentata tantissimo.

arteteca

Non parliamo solo di quella mediatica, che sicuramente non va trascurata, ma soprattutto di quella posta sui problemi e sulle esigenze delle persone che vivono nei palazzi di Napoli Est sui cui INWARD ha iniziato a progettare e realizzare enormi opere di street art.

Gli interventi hanno portato luce non solo sulle facciate che oggi danno forma a un vero e proprio racconto; hanno permesso anche di creare un’esperienza duratura nel tempo che mette insieme i concetti di riqualificazione artistica e di rigenerazione sociale. Quindi, da un lato il lavoro con bombolette, rullo e pennelli per mano di artisti di fama internazionale; dall'altro i laboratori che coinvolgono soprattutto i più giovani e che intendono animare questo luogo con attività diverse tra loro. Le due dimensioni, artistica e sociale, sono dunque connesse.

Il lavoro svolto e tuttora in corso nel parco di via Aldo Merola a Ponticelli, difatti, ha permesso di accendere i riflettori sulla periferia est di Napoli, nella quale convivono tante, troppe, contraddizioni ma anche diverse eccellenze. Sin dalla prima opera sono stati tanti i curiosi che hanno messo piede nel complesso residenziale per ammirare le opere; ognuno guarda, scruta, fotografa, condivide immagini e pensieri sui social network che oggi rappresentano strumenti efficacissimi nel mondo della comunicazione online. Tra i tanti visitatori rientra anche il gruppo di appassionati fotografi di Igers Napoli, una comunità di giovani che dal 2011, attraverso la "mobile photography" su Instagram, racconta il territorio partenopeo, le sue tradizioni e anche gli eventi in città. Durante il primo InstaMeet al Parco dei Murales, hanno potuto ammirare i lavori degli streetartisti Zed1, Rosk&Loste, Mattia Campo Dall'Orto e Jorit che, con forme e colori ad alta definizione, hanno contribuito a creare una narrazione diversa di quel posto e, espansivamente, per l’universalità dei temi, dell'intera periferia, facendo risaltare valori importanti come l'integrazione, il gioco, la lettura e lo sport.

"La presenza di queste imponenti opere di street art presenti sulle facciate degli edifici attirano un numero crescente di visitatori che, attraverso le sempre più numerose visite guidate, ne scoprono l’importante significato sociale" ha scritto Teresa Pergamo di IgersNapoli sul suo blog raccontando della visita a Napoli Est.

La promozione e l’implementazione del distretto d'arte sociale rientrano tra gli obiettivi del progetto di Servizio Civile Nazionale attivato dall'associazione culturale Arteteca in collaborazione con Amesci: da settembre 2016 sono quattro i volontari che operano nel contesto. In particolare, è stato proprio uno dei volontari a guidare i fotografi all'interno del Parco e a spiegare loro come siano state concepite le prime quattro opere, le tecniche utilizzate, le finalità e anche le varie curiosità, per ognuna di esse. Il contributo degli operatori di SCN è decisivo per promuovere l'immagine di una parte della periferia orientale del capoluogo campano e per permettere alle persone che ci vivono, in primis i più giovani, di rendersi partecipi di un cambiamento che riguarda essi stessi, così come gli spazio in cui abitano.

 

*impegnato nella realizzazione del pregetto di Amesci "Creatività urbana tra riqualificazione e rigenerazione" presso l'associazione culturale Arteteca