Terzo Settore a sostegno dello Stato, pubblicato il Quarto rapporto sul secondo welfare

di Redazione

A Milano i dati del quarto rapporto del Laboratorio del Centro Einaudi e dell’Università di Milano, dove lo Stato non arriva interviene il Terzo Settore con i progetti sociali

secondo welfare

I fondi sanitari integrativi sono oggi 322 e contano oltre 10 milioni di iscritti, mentre i fondi previdenziali negoziali ne registrano 3 milioni.

Dove lo Stato fatica a intervenire o proprio non arriva ci pensano soggetti privati, profit e non profit, con progetti sociali che rispondono a nuove esigenze dei cittadini. È il "secondo welfare" che in questi anni si è sviluppato sempre di più. Una tendenza confermata dai dati del "Quarto rapporto sul secondo welfare", presentato a Milano. Un esempio significativo è quello dei fondi sanitari integrativi nati nell'ambito del "welfare occupazionale": ce ne sono 322, contano 10,6 milioni di iscritti e nel 2018 hanno coperto prestazione per circa 2,3 miliardi di euro. Ci sono poi i fondi previdenziali negoziali, che contano 3 milioni di iscritti per un patrimonio complessivo di 51,7 miliardi di euro. Fondi sanitari e fondi previdenziali sono parte di quel welfare contrattato che nasce da accordi tra imprese e sindacati: tra il 27,2% e il 32% dei Contratti Collettivi Nazionali garantiscono forme di protezione sociale messe in campo dalle imprese a favore dei lavoratori, mentre il 53% dei contratti che prevedono premi di risultato permettono la conversione in welfare aziendale.

Il Rapporto è curato da Percorsi di secondo welfare, Laboratorio del Centro Einaudi di Torino e dall’Università degli Studi di Milano. "Le nostre ricerche evidenziano come a più livelli si stiano sperimentando sinergie e alleanze inedite tra attori privati, profit e non profit, per affrontare alcuni bisogni sociali -afferma Franca Maino, direttrice di Percorsi di secondo welfare e docente dell’Università degli Studi di Milano-. E in tutto questo il Pubblico comincia a percepire con maggiore chiarezza il bisogno di essere della partita”. Anche il welfare assicurativo, sempre più ricorrente nelle offerte di compagnie assicuratrici e istituti di credito, si conferma una parte importante del secondo welfare. Ad oggi sul fronte della sanità integrativa si contato 700 milioni di euro di polizze individuali e circa 2 miliardi di euro di polizze collettive, mentre nel campo della previdenza complementare privata (esclusi i fondi negoziali) i fondi aperti e preesistenti contano 2,1 milioni di adesioni e un patrimonio di 79 miliardi di euro; i piani individuali raggiungono invece 3,6 milioni di adesioni per un valore di circa 37 miliardi euro. Dal rapporto emerge anche la dimensione del Terzo settore. Conta oltre 350 mila istituzioni e circa 850 mila addetti, così come il mondo cooperativo che pur rappresentando solo l’1,3% delle imprese italiane (59 mila realtà) raccoglie oltre il 7,1% degli occupati (1,2 milioni) e rappresenta il 4% del valore aggiunto (28,6% miliardi di euro) prodotto nel Paese. Da segnalare è anche il ruolo crescente delle 524 Società di Mutuo Soccorso presenti nel Paese: soggetti solo in apparenza appartenenti a un passato lontano e che nel solo 2018 hanno garantito prestazioni sociali di vario genere a ben 953 mila soci. C'è poi il welfare filantropico collegato a diverse fondazioni operative nel nostro Paese, come le fondazioni di origine bancaria: nel 2018 hanno garantito erogazioni per oltre 1 miliardo di euro, di cui quasi la metà dedicate all’ambito welfare; alle 111 fondazioni di impresa mappate da Percorsi di secondo welfare attraverso un’indagine ad hoc svolta insieme a Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas; alle 40 fondazioni comunitarie operanti a livello locale in varie aree della penisola.

(Fonte: Redattore Sociale - Csvnet / fonte foto: Runu.it)