Csv di Padova, arriva “Va’ Buono”: la smartbox che regala esperienze di volontariato

di Redazione

Il ricavato dei cofanetti  sarà devoluto al progetto “Per Padova noi ci siamo” nato in piena dell'emergenza sanitaria

vabuono

E' come una “smartbox” ma invece di regalare percorsi relax o soggiorni vacanze offre esperienze di volontariato.

L’idea è del Csv di Padova che, in occasione della chiusura dell’anno da “Capitale europea del volontariato”, ha lanciato “Va’ buono”, il cofanetto che permette di sperimentarsi in un’azione di cittadinanza attiva e sostenere allo stesso tempo le associazioni coinvolte nel progetto “Per Padova noi ci siamo” nato lo scorso marzo per far fronte all’emergenza Coronavirus.

Dopo aver acquistato uno dei tre cofanetti disponibili - “Box Blu” con una donazione minima di 20 euro, “Box Giallo” a partire da 50 euro e “Box Rosso” da 100 euro - basterà utilizzare il codice riportato nel voucher per attivare la box.

A quel punto la persona - chi avrà acquistato il cofanetto o lo riceverà in regalo - sarà messa in contatto con il referente dei volontari del Csv Padova che effettuerà un colloquio di orientamento utile a individuare l'esperienza più adatta in una delle associazioni di volontariato che hanno dichiarato la propria disponibilità all'accoglienza. L’attività potrà essere usufruita nel corso del 2021 con un impegno indicativo di 5 giornate (che possono variare dalle 2 alle 8 ore al giorno). Oltre all’opportunità di volontariato, una cartolina di auguri digitale e un attestato di ringraziamento, nella box gialla sono incluse una copia del volume “Giovanni Nervo, Carità e giustizia” oppure “Antonio Papisca, operatore di pace”, editi da BeccoGiallo, mentre la box rossa contiene una stampa d’autore realizzata per il progetto “Segni dalla Strada” autografata e realizzata a tiratura limitata.

Tutti i cofanetti includono infine il supporto formativo e l’assicurazione personale, i cui costi saranno coperti dal Csv.

“Vogliamo portare una innovazione: l'esperienza di volontariato può essere regalata” - commenta il presidente del Csv Emanuele Alecci. “Capita spesso che la prima esperienza di volontariato venga vissuta da chi la pratica come un “dono ricevuto” anziché un “dono fatto” in quanto, per un volontario, conta di più ciò che si riceve dal punto di vista umano di ciò che si dà in termini di tempo, aiuto e supporto agli altri. Da questa riflessione è nata l'idea di creare l'opportunità di donare a sé stessi o ad altri un tempo ben speso, generatore di emozioni, relazioni ed esperienze”. 

 (Fonte articolo: CsvNet - fonte foto: Pafova Capitale del volontariato)