La pandemia ha toccato duro, ma il volontariato è l'antidoto alla disgregazione

di Redazione

La nuova fotografia che il Csv della Toscana ha scattato insieme a Sociometrica raffigura un quadro sociale complicato, deformato da processi di crescita della solitudine e della frammentazione nella regione. Il volontariato gioca un ruolo positivo nella ricostruzione della fiducia.

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L’edizione 2022 della ricerca “Opinione pubblica e volontariato in Toscana” ha coinvolto un campione della popolazione toscana con interviste realizzate fra fine febbraio e inizio marzo. Emerge il quadro di una società stanca e diffidente, con individui che aumentano il senso di solitudine in una faticosa uscita dalla pandemia che l’ha colpita potentemente. Ma una società che continua ad avere stima e fiducia per il volontariato, ritenuto fondamentale per la tenuta sociale. 

La notorietà del volontariato, seppur lievemente ridotta rispetto ai due anni precedenti, è molto alta: il 93,7% della popolazione lo conosce o ne ha un’idea generale. Rispetto all’anno scorso aumenta il numero di persone che dichiara di aver fatto volontariato e passa dal 16% del 2021 al 29,3% di quest’anno ma diminuiscono coloro che si dichiarano disponibili a farlo. Anche l’apprezzamento per il volontariato sale: il 76,3% della popolazione ritiene che il volontariato sia fondamentale (era il 73,8% nel 2021). Anche l’ammirazione nei confronti dei volontari passa dal 79,9 del 2021 all’ 83,2% di oggi.

"I dati - ha sottolineato il presidente del Cesvot Luigi Paccosi - ci parlano dell’impatto della pandemia sulla psicologia individuale e collettiva della popolazione toscana, dei comportamenti sociali legati alle relazioni e dell’orientamento dell’opinione pubblica in merito ad alcuni valori portanti. Questo sondaggio ci rappresenta anche la sofferenza della popolazione più fragile: minori, anziani e persone con disabilità. Come abbiamo visto non sono dati confortanti e mettono in evidenza difficoltà oggettive, personali e collettive. Il volontariato può considerarsi un antidoto a questa tendenza disgregatrice: esso è per sua natura una costruzione continua di relazioni e di soluzioni; il volontariato scorge i bisogni, nelle persone, nelle famiglie, nella comunità. E organizza risposte capillari, vicine alla gente. Il volontariato è resiliente, non si scoraggia, ed è un antidoto potente contro l’egoismo, la paura, la diffidenza, la solitudine e l’intolleranza. Cesvot è vicino alle associazioni e le sostiene con cura e professionalità. Il mio appello è quello di non ignorare i segnali di malessere della nostra comunità e recuperare il senso della socialità che è stato perso anche attraverso una sempre più stretta collaborazione fra enti pubblici e del privato sociale che possa conservare e sostenere un terzo settore sano e vitale”.

Il 90,5% dei toscani pensa che sia aumentata la diffidenza fra le persone. Lo dicono più le donne che gli uomini (57,7% contro 32,5%), più coloro che hanno una laurea che coloro che hanno licenza elementare. Solo il 9% delle persone ritiene che la solidarietà sia cresciuta, il 60,2% è convinto del contrario. Il 75,8% della popolazione ritiene che ci sia minore attenzione verso gli altri e, ancora una volta, lo dicono più le donne che gli uomini (34,5% contro il 23%). A credere nella solidarietà sono più le persone anziane e le persone con più basso livello di istruzione. La mentalità collettiva dei toscani sembra essere cambiata anche in relazione alla diminuzione della tolleranza rispetto alle opinioni non condivise: l’87,4% crede che si sia ridotta.

La caduta verticale delle relazioni sociali ha generato una percezione diffusa di distacco dagli altri aumentando la quota di popolazione che dichiara maggior nervosismo e maggiori livelli di stress (il 46,7%). Le donne e i ragazzi sotto i 24 anni sono fra coloro che sembrano essere stati più colpiti dal “distanziamento sociale” imposto dalla pandemia. Ma cosa è accaduto nelle fasce più deboli della popolazione? Il 58,2% dei genitori sostiene che i loro figli minori siano stati colpiti pesantemente dal punto di vista psicologico; un altro 35,6% sostiene comunque che l’impatto della pandemia sui bambini ci sia stato, anche se non pesante. Si tratta dunque del 93,8% dei genitori che denunciano conseguenze psicologiche sui loro figli.

L’altra categoria sociale sulla quale l’impatto degli ultimi due anni è stato molto significativo è quella degli over 70. Il 93,8% degli intervistati si dichiara colpito con varia intensità; la metà di loro ha rinunciato anche a prestazioni sanitarie di qualche tipo. Il 65,8% delle famiglie con persone con disabilità denuncia problemi importanti. A queste va aggiunto il 26,4% che dichiara disagi anche se relativi. Il quadro che ne emerge è grave: tutte e tre le categorie di soggetti deboli individuate dall’indagine hanno sofferto e soffrono di disagi molto importanti.

"La pandemia - ha spiegato Antonio Preiti, Direttore di Sociometrica e curatore dello studio - ha agito come una tossina morale, oltre che fisica, perché ha allontanato le persone le une dalle altre; ha ridotto le relazioni umane e ha creato un’ombra di pericolo verso ogni persona che ha agito anche su un piano subliminale. Per fortuna il volontariato si presenta come strumento per cambiare segno e riportare la socialità al centro della vita delle persone.”

La nuova solitudine Nel 2021 il 36,9% della popolazione della Toscana avvertiva una crescita generalizzata della solitudine, quest’anno siamo arrivati al 64,1%, una crescita di quasi il doppio in un anno. La maggiore denuncia della solitudine avviene fra le donne (70,5%). L’incrinatura dell’impegno personale La disponibilità, anche occasionale, a fare volontariato cala dall’ 82,6% del 2020 al 72,9% del 2022. Da notare che diminuiscono coloro che lo farebbero certamente dal 32% del 2021 al 26,8% del 2022; che aumenta il numero di chi si dichiara disponibile a fare volontariato soltanto occasionalmente, dal 42,7% del 2021 al 46,1% del 2022; che aumentano coloro che dichiarano che non farebbero mai volontariato, dal 6,9% del 2021 al 12% del 2022. La provincia dove è maggiore la propensione a fare volontariato è Firenze, lo farebbe certamente il 35,9% della popolazione.

Il rapporto completo è pubblicato sul sito del Cesvot a questo link.

 

(Fonte articolo: CsvNet - fonte foto: CsvNet)