Viaggiare. I passeggeri e i loro diritti. Ma prima imparate l’inglese

di Andrea Sottero

Voli cancellati, ritardi di svariate ore, soggiorni accorciati, bagagli smarriti? Cosa fare? La campagna “Your Passenger Rights At Hand” lanciata in questi giorni dalla Commissione Europea si pone due obiettivi: informare i cittadini e ampliare il quadro legislativo che li tutela. Si ma .... è tutto in inglese. (Andrea Sottero)

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E’ estate ed è tempo di viaggi. Come di consuetudine da qui alla metà di settembre ci sarà un incremento considerevole di passeggeri nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti di tutta Europa. E, come sempre, migliaia di vacanzieri (e non solo!) si troveranno qualche brutta sorpresa: voli cancellati, ritardi di svariate ore, soggiorni di relax accorciati e conditi da una buona dose di stress. 

Quasi tutti protestano e molti sanno di avere dei diritti da fare valere nei confronti dei vettori che riescono, come d’incanto, a rovinare loro la vacanza. Molti meno sono quelli che conoscono nello specifico questi diritti e pochi, probabilmente, sanno come contestare i comportamenti inappropriati delle compagnie di trasporto. Perché se è vero che ogni estate telegiornali, riviste e quotidiani si riempiono di articoli, testimonianze di viaggiatori sventurati e di suggerimenti di esimi esperti in diritto civile, ottenere qualcosa da una grande compagnia aerea che non vuole collaborare non è affatto semplice. 

La campagna “Your Passenger Rights At Hand” lanciata in questi giorni dalla Commissione Europea si pone due obiettivi: informare i cittadini e ampliare il quadro legislativo che li tutela, estendendo, in particolare, i diritti ad altre modalità di trasporto ad oggi trattate marginalmente, come quello marittimo e i viaggi un pullman. La campagna informativa è partita proprio in questi giorni: manifesti e volantini saranno distribuiti in stazioni e aeroporti ed è stato predisposto un interessante sito internet dove sono raccolte tutte le varie informazioni, compresi i diritti per i disabili e a chi rivolgersi se si ritiene di essere stati calpestati nei propri diritti. 

Tutto ben fin qui, peccato che il sito dovrebbe essere tradotto in ben 24 lingue e invece i vari link rimandano sempre e solo alla versione inglese. Ora, che l’inglese sia ormai considerata la lingua franca di chi viaggia è fuor di dubbio. Ma visti gli intenti della campagna, la sua imposizione lascia decisamente perplessi. Tuttavia, per chi non si rassegna a farsi un bel corso di lingua prima di partire, c’è un trucco: nella tendina a sinistra del sito c’è il pulsante “press” dedicato alle informazioni degli addetti stampa (che, bontà loro, l’inglese non sono tenuti a parlarlo): i MEMO/10/281, 282, 283 sono dedicati ai nostri diritti. E si può scegliere di leggerli in formato html, doc o pdf in tutte e 23 le lingue dell’Unione. 

Per chi non lo sapesse, si chiama arte dell’arrangiarsi: tenetelo a mente mentre viaggiate!