Wikileaks, il sito che fa tremare il pentagono

di Flavia Miccio

E’ questo il nome del sito che rivela i segreti e sollecita la trasparenza dei governi. Addio privacy e segreti di Stato. Il Pentagono sta cercando l'imprendibile sospettato, mister Julian. (Flavia Miccio)

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Era il 2007 quando un personaggio noto con il nome di Julian Assange, fondava il sito che avrebbe permesso a chiunque di pubblicare anonimamente documenti riservati. Per noi che viviamo perfettamente calati nello scenario del terzo millennio, cosi technological advanced, dove diventa sempre più difficile mantenere un segreto, non sembra strano che sia possibile controllare con tale facilità conversazioni, accordi e transazioni di ogni tipo. Non la pensa così il Pentagono, che da qualche mese sta cercando l’imprendibile Julian, in quanto sospettato di avere notizie ed informazioni molto delicate per la sicurezza nazionale.

Il fondatore del tanto discusso sito vive ormai senza cellulare, cambiando spesso il numero del suo telefono fisso, la sua mail, e spostandosi di continuo tra l’Australia, il Kenya e l’Islanda. La sua unica colpa? Quella di aver reso estremamente facile il tener d’occhio i governi e le organizzazioni, pubblicando documenti ufficiali che rivelano mancanze e comportamenti non etici di governi o aziende.    Una garanzia di trasparenza, questa, data ai cittadini di tutto il mondo, che troppo spesso si sentono sotto stretta osservazione, senza poter avere lo stesso privilegio nei confronti degli stessi governi.

Sul sito in questione gli anonimi documenti vengono pubblicati sotto forma di wiki, cioè nello stesso formato delle informazioni che troviamo su Wikipedia, in modo da poter presentare agevolmente la maggior quantità di informazioni e consentendo agli utenti di commentare , contestualizzare ed indagare sui dati forniti.

Gli scoop di maggior interesse che Wikileaks ha avuto modo di pubblicare, riguardano il rapporto sulla corruzione all’interno del governo keniano, il documento con il protocollo della prigione di Guantanamo, gli sms inviati durante l’undici settembre, il video di un attacco di soldati americani a Baghdad, in Iraq, in cui per errore dell’esercito, sono state uccise dodici persone. Proprio questa ultima notizia ha permesso a Wikileaks di incrementare notevolmente la sua popolarità, facendo scaturire una lunga serie di polemiche e discussioni sul comportamento dell’esercito in guerra da una parte, e dall’altra ha aumentato i livelli di allerta del governo che vuole far chiudere il sito.

Ma anche questa notizia, Jiulian Assange, la aveva segnalata sul suo sito, già un po’ di tempo fa.