Gli Stati Uniti aprono ai gay nell’esercito, ma i giovani hanno già detto “si”.

di Monica Scotti

Mentre il presidente Barack Obama da l’ok a un compromesso raggiunto con il ministero della Difesa che punta ad aprire i cancelli dell’esercito ai cittadini americani dichiaratamente omosessuali e bisessuali, i ragazzi sul web sono già pronti a sfidare il Congresso col loro “si” deciso. Guarda il video. (Monica Scotti)

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Don't ask, don't tell (in inglese “non chiedere, non dire”), anche nota con la sigla DADT, è la formula che identifica la linea politica degli Stati Uniti in merito alla questione dell'orientamento sessuale dei membri che prestano servizio militare, introdotta sotto la presidenza di Bill Clinton nel 1993. Questa politica limita i tentativi dell'esercito di individuare membri o candidati omosessuali o bisessuali non dichiarati, al contempo escludendo dal servizio militare le persone apertamente gay, lesbiche o bisessuali (Wikipedia).

Insomma l’idea è quella di non andare a scavare negli armadi dei soldati alla ricerca di eventuali scheletri legati alle loro preferenze sessuali, ma al tempo stesso, se e quando i dettagli della vita privata vengono resi pubblici, di reagire allontanando gay e lesbiche anche contro la loro volontà.

Nel 2009, infatti, sono state cacciate dalle forze armate ben 428 persone, la cui omosessualità era stata rivelata da terzi, una cifra notevole che è però di parecchio inferiore a quella dell’anno precedente durante il quale addirittura 619 militari sono stati congedati. In totale si stima che simili misure siano state prese nei confronti di almeno 14mila individui.

Ma cosa c’entrano la vita affettiva e le preferenze sessuali di una persona con le sue doti militari? Come può una persona essere considerata all’improvviso inadatta a fare il proprio lavoro, lavoro che magari fino a un momento prima svolgeva senza problemi? Che differenza passa fra l’“essere” gay e “dire di essere” gay?

Mentre un’équipe di esperti è chiamata a valutare l’impatto che la consapevolezza di avere compagni d’armi gay può avere sui commilitoni eterosessuali, i ragazzi americani sembrano aver già deciso da che parte stare.

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A fare da portavoce di una generazione disposta a confrontarsi con le contraddizioni di un paese che fa promesse di libertà ma non sempre le mantiene è Lady Gaga, al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta. La cantante all’apice del suo successo ha infatti deciso di portare avanti una personale battaglia contro la linea DADT, iniziando col lanciare un appello proprio dal palco degli MTV Music Awards che l’ha vista collezionare riconoscimenti e premi.

Le sue parole hanno infiammato il web, soprattutto dopo la messa on-line a settembre di un videomessaggio d’incoraggiamento per i soldati gay d’America. Il canale youtube che lo ha proposto ha registrato un record di visualizzazioni, spingendo l’artista a presentarsi in pubblico per una conferenza durante la quale ha ribadito di agire “Per essere una voce per la mia generazione. Non è la voce della generazione dei senatori che votano, ma quella dei giovani di questo Paese: la generazione segnata da questa legge. E' una legge che viola le nostre libertà civili.  E' una legge iniqua che rende più forte il pregiudizio. Sono qui per chiedere ai senatori di abrogarla”.

Visto il seguito di ragazzi che dichiarano di pensarla allo stesso modo c’è da credere che davvero l’America stia per cambiare in meglio.

Guarda il video:

(foto: gagatribe.com e forzearmate.eu)