Napoli e l'alt(r)a società

di Gerarda Pinto

A Napoli vivono due tipologie di persone, due popoli entrambi partenopei ma di due classi ben distinte e separate. Coabitano nello stesso palazzo e furono ben rappresentate nel secolo precendente in "Miseria e nobiltà" dal grande Antonio de Curtis; una 'l'alta', ovviamente abita ai piani superiori, l' 'altra' a quelli inferiori. Napoli è così. (Gerarda Pinto)

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L’alta e l’altra società a Napoli vivono insieme. Sono come due signore che abitano in due piani differenti dello stesso palazzo. L’altra, la signora più verace, vive da secoli al piano inferiore. Ha visto nascere la città, ha accolto e ospitato molti passanti, li ha accuditi e ne ha imitate le usanze. E’ anche la signora più “chiassosa”, dai suoi balconi vedi sputare bianche lenzuola, dalle finestre della sua casa si sentono le canzoni piene di sentimento, annusi l’odore delle pietanze preparante per i suoi figli e quello del caffè. Il centro storico di Napoli con i suoi pittoreschi quartieri può essere paragonato all’”altra signora”.

Nelle strade senti la passione di chi, nonostante tutto, si sente fiero di vivere a Napoli. Scopri l’arte dell’arrangiarsi: ci s’inventa un mestiere, ed ecco spuntare il venditore di sale grosso che toglie il malocchio, l’imitatore di Totò, il suo suonatore di mandolino.

Ogni singola pietra di quei vicoletti stretti, che a volte fanno paura, è stata calpestata da miliardi di persone che hanno camminato nei secoli. Nel quartiere Forcella e Pignasecca senti l’odore del pesce, si mantiene vivo il mercato, anticamente situato nell’attuale Piazza Mercato. L’artigiano modella ancora le statuine per il presepe a San Gregorio Armeno. Il medico delle bambole lavora nel suo ospedale a San Biagio dei librai. Il pizzaiolo continua a roteare la pasta su un dito, stupendo i turisti stranieri. Il grande palazzo, sede dell’università Federico II, è ancora affollato da studenti. I bambini giocano “a pallone”nelle piazze.

Questa Napoli soffre ma resiste ancora.

E poi al secondo piano della stessa casa vive l’alta signora, in altre parole l’alta società: la Napoli “della civiltà”, così si definiscono. Famosa per le vetrine dei suoi negozi, per i locali più in voga tra i giovani, per lo sfarzo che la abbellisce. Disprezzano anzi rinnegano l’altra signora, non la sentono vicina, la deridono e la rifiutano. Eppure chi è al piano superiore, non può dimenticare che sulle fondamenta di una casa si costruiscono il primo piano e poi il secondo.

Non ci può dimenticare i luoghi della propria origine, i quartieri popolari tanto stigmatizzati, abitati in passato dalla nobiltà. Napoli nasce con il suo popolo che l’ha difesa, amata, ha sofferto per lei ma a volte l’ha anche dimenticata, offesa, odiata. All’altra Napoli non importa che il mondo esterno e i mass media l’hanno stereotipata.

Napoli è questo. Ha due facce, anzi come diceva Pino Daniele in una sua famosa canzone: ”Napul e mill culur”, Napoli è come mille colori.