Laureati all'estero, pubblicato il Rapporto 2019 di Almalaurea

di Redazione

Lo stipendio di un laureato italiano all’estero è maggiore del 61% rispetto a ciò che potrebbe ottenere in Italia

laureati

A cinque anni dalla laurea lavora all'estero il 5,7% dei laureati di secondo livello di cittadinanza italiana, una quota in tendenziale crescita, in parte anche a causa delle difficoltà incontrate sul mercato del lavoro negli anni di maggiore crisi economica. Tra questi, il 40,8% ha dichiarato di essersi trasferito all'estero per mancanza di opportunità di lavoro adeguate in Italia, cui si aggiunge un ulteriore 25,4% che dichiara di aver lasciato l'Italia avendo ricevuto un'offerta di lavoro interessante da parte di un'azienda che ha sede all'estero.

I dati arrivano dal Rapporto 2019 AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. "Per i giovani - ha commentato oggi il presidente del Consorzio Almalaurea Ivano Dionigi - la laurea non è un passaporto ma un foglio di daspo. Perdiamo il vero capitale del Paese, un suicidio perfetto".

Il 10,3% ha dichiarato di aver svolto un'esperienza di studio all'estero (Erasmus, preparazione della tesi, formazione post-laurea, ecc.) e di essere rimasto o tornato per motivi di lavoro. Infine, il 9,8% si è trasferito per motivi personali o familiari, mentre il 3,4% lo ha fatto su richiesta dell'azienda presso cui stava lavorando in Italia.

(Fonte: ANSA / Foto: Almalaurea)