Una ricerca giovane per i giovani: il mio piano per il Recovery Fund (di G. Manfredi)

di Redazione

La lettera aperta del ministro dell’Università e della Ricerca ad HuffPost

gaetano manfredi “Numerosi contributi di autorevoli voci hanno alimentato negli ultimi giorni una riflessione sulla necessità per l’Italia di investire in ricerca, cogliendo l’opportunità dei finanziamenti che saranno richiesti con il Recovery Fund. Sono pienamente d’accordo, come ricercatore prima che come ministro. Il sistema della ricerca in Italia è da troppi anni sottofinanziato rispetto agli altri paesi con i quali si trova a competere. Cionondimeno, continua ad essere “produttivo”, almeno per certi aspetti, quali la qualità della ricerca, dimostrata dalla qualità delle pubblicazioni scientifiche, e la capacità di formare giovani ricercatori capaci, come ci dimostra spesso la presenza di tanti italiani di successo in istituzioni di ricerca straniere. Nell’ultimo bando ERC Starting Grants siamo il secondo paese europeo per nazionalità dei vincitori, ma solo il decimo per scelta. Ciò non deve assolutamente tranquillizzarci; è infatti l’effetto di una certa resilienza del sistema della ricerca al sottofinanziamento, dovuta principalmente all’impegno straordinario dei nostri ricercatori, destinato inevitabilmente ad affievolirsi. L’Italia è infatti ai primi posti di un’altra particolare classifica: ha circa la metà dei propri ricercatori con oltre 50 anni. Ricercatori che continuano a fare il proprio lavoro con qualità e grande competenza, riconosciuta in ambito internazionale, malgrado le risorse esigue. Ma la mancanza di un efficace ricambio renderà le cose sempre più difficili.

Ecco perché la ricetta per il cambio di passo di cui l’Italia ha bisogno deve basarsi sui giovani. Va data certamente attenzione all’equilibrio tra ricerca di base e ricerca applicata, alla collaborazione con le imprese, alle infrastrutture di ricerca, e ad altri aspetti di importanza strategica, ma il punto cruciale restano i giovani.

Il sistema della ricerca italiano deve ripopolarsi di giovani ricercatori, dinamici, motivati, provenienti anche dall’estero, che devono sentirsi attratti da un mondo vivace, aperto alle collaborazioni con imprese ed istituzioni, con regole semplici e basate sul rigore del merito, in una società che riconosca il contributo della ricerca, in una società alla quale i ricercatori sappiano dare con responsabilità il proprio contributo.

Ecco perché l’obiettivo del mio Ministero per il Recovery Fund è promuovere un piano di investimenti e riforme che favorisca l’ingresso di giovani, rafforzando il dottorato, potenziando le collaborazioni tra le istituzioni di ricerca e le imprese, creando luoghi di contaminazione tra ricerca, formazione, mondo produttivo e società, rafforzando il diritto allo studio, aumentando l’attrazione internazionale della nostra ricerca.

A partire proprio da quella qualità diffusa della nostra Università, che anche le classifiche internazionali più autorevoli riconoscono all’Italia, stiamo lavorando ad un piano in grado di disegnare un sistema della ricerca aperto, accessibile, capace di contribuire allo sviluppo sociale ed economico dell’Italia del futuro, ma soprattutto giovane e per i giovani. Un piano da condividere con tutte le energie positive del Paese. Non a caso la sfida che l’Europa ci lancia ha assunto il nome immaginifico di Next Generation EU, a noi il compito ora di saperla cogliere ed esserne all’altezza”.

Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca

 

(Fonte artcioo: HufftPost - fonte foto: InterNapoli.it)