Bologna. La campagna "Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap!" diventa convegno

di Anna Laudati

Sabato 13 marzo presso il circolo Mazzini il convegno/dibattito sulle discriminazioni verso i disabili punta sulla mobilità agevole (di Ivana Vacca)

posto_auto_disabili._ivana.jpgStorie di ordinaria quotidianità: essere spettatori o fautori di parcheggi su posti riservati ai diversamente abili, con tanto di tesserino contraffatto o posseduto indebitamente, è ormai prassi tra le strade delle maggiori città italiane. Contro il diffuso mal costume si oppose con vigore, qualche anno fa, un gruppo di volontari attraverso la campagna di sensibilizzazione sociale "Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap!".

Lo slogan è stato poi adottato da molti comuni italiani in ausilio alla cartellonistica stradale dei parcheggi riservati ai disabili. L’attivismo ha invaso le pagine di Facebook e oggi l'iniziativa si trasforma in un dibattito pubblico sulla mobilità. Promosso dall'Associazione bolognese Officina di Sostegno, insieme ad Aispa e Circolo Libero Zanardi, il convegno è in programma sabato 13 marzo alle 16:00 presso il circolo Mazzini di Via Emilia Levante n°6. Sono molte le leggi che tutelano i disabili ma le discriminazioni sociali restano sempre tante soprattutto per mancanza di sensibilità e diffusa indifferenza. Per ciò che riguardala mobilità, “dei 10 mila contrassegni rilasciati a Bologna, - spiega Giuseppe Marchetti,  Presidente dell'Associazione Officina di Sostegno - solo 436 sono utilizzati da disabili con patente, gli altri appartengono a disabili accompagnati e spesso scatta la truffa: c'è chi utilizza il contrassegno ma non trasporta nessun disabile. Sentiamo quindi la necessità di distinguere e categorizzare i contrassegni".

Per Elio Antonucci, creatore di uno dei gruppi Facebook per la campagna "Vuoi il mio posto?" la soluzione - "sarebbe il contrassegno dell’Ue, che non è anonimo, ma in Italia non è ancora utilizzabile per via della legge sulla privacy". Il Convegno partirà con un video di sensibilizzazione sulle difficoltà riscontrate dai disabili nella mobilità cittadina, non ultime sul trasporto pubblico. “Il video documenta il nostro tentativo di aiutare una persona in carrozzina a prendere un autobus” - spiega Giuseppe Marchetti – “su 12 autisti, solo uno e' riuscito a fornirci assistenza adeguata. Gli altri hanno ammesso di non essere capaci di utilizzare la pedana, quando non era rotta o del tutto assente". Inadeguate le tutele anche per i non vedenti "Solo pochi semafori sono dotati di segnalazione acustica e segnalazione tattile a terra” – continua Marchetti - Ci vorrebbero dei sensori a infrarossi che permettano di percorrere tutta l'ampiezza della carreggiata con l'ausilio di segnalazioni".

Queste problematiche sono state più volte espresse e le richieste dei disabili spesso disattese. Ci si augura pertanto una diffusa eco dell’incontro bolognese di sabato per veder riconoscere i diritti negati a chi ha mali maggiori da dover coraggiosamente combattere. L’appello è rivolto non solo alle Istituzioni ma soprattutto alla gente comune.