L'Oscar è donna con Kathryn Bigelow

di Anna Laudati

Con il suo “The Hurt Locker” ha soffiato le statuette più ambite al favoritissimo "Avatar". Battendo l’ex marito… (di Marco Di Maro)

kathryn_bigelow.jpgL’8 Marzo 2010 si è svolta a Los Angeles l’edizione numero 82 degli Academy Awards. Un’edizione particolare che assegna per la prima volta nella storia del cinema l’agognato premio Oscar come miglior regista ad una donna, la raggiante Kathryn Bigelow, 58 anni portati splendidamente. Già regista di successi come “Point Break” (1991) e “Strage Days” (1995) la Bigelow porta a casa ben 6 statuette con un piccolo film, “The Hurt Locker”, miglior film, regia, sceneggiatura, montaggio, suono e montaggio sonoro.

Insomma, proprio nel giorno della festa della donna, l’Oscar 2010 infrange una tradizione e chi ne esce sconfitto è proprio il principale favorito: il kolossal Avatar, campione di incassi in tutto il mondo, si presenta alla serata dell’Academy con ben 9 nomination, esattamente come il rivale, ma ne porta a casa solo 3, e tutte per meriti “tecnici” (fotografia, scenografia, effetti visivi) che lasciano così a bocca asciutta il regista James Cameron, che è anche l’ex marito della Bigelow. Una vera disdetta per chi già pregustava il trionfo del fantasy 3D costato oltre 230 milioni di dollari (e che ne ha già incassati 2 miliardi e mezzo).

“The Hurt Locker” viceversa è un film dal budget estremamente contenuto (15 milioni di dollari) e racconta, con ritmo adrenalinico, le vicende di un gruppo di artificieri impegnati a neutralizzare ordigni esplosivi nella Bagdad del 2004, rischiando continuamente la vita. La pellicola pone l’accento su un particolare aspetto del conflitto: il protagonista, il sergente William James, è un soldato “drogato” dalla guerra, ha bisogno del rischio per sentirsi vivo ed è disposto a mettere in pericolo anche la vita dei propri compagni pur di portare a termine la missione.

Passata quasi inosservata alla sua uscita nel 2008, con incassi modesti sia in Italia che in America e letteralmente snobbata alla Mostra del cinema di Venezia, la pellicola si prende quindi una bella rivincita a oltre un anno dal suo debutto nelle sale. Il film sta infatti vivendo una seconda giovinezza al cinema e sulla tv satellitare, dove viene regolarmente riproposto.

La critica è però divisa sul reale valore dell’opera. Se da un lato viene infatti elogiato il coraggio dei protagonisti e la descrizione cruda e realistica della guerra, dall’altro c’è l’esasperazione e l’eccessivo atteggiamento da cowboy del personaggio principale che risulta stereotipato e poco credibile. Resta però la grande soddisfazione della regista e degli amanti del cinema indipendente per un film low cost che, contro ogni previsione, riesce a battere un blockbuster hollywoodiano.