A l'Aquila si continua a fare teatro

di Anna Laudati

Privati della loro splendida sede nel Convento dei Filippini, i giovani del Teatro Stabile l’Uovo troveranno spazio presso la casa circondariale di Preturo (di Paola Pepe)

san_filippo.gifOltre 25mila le persone presenti alla fiaccolata commemorativa e ai cortei del 6 aprile scorso. Nel giorno del ricordo, che ha celebrato in Abruzzo il primo anniversario dal sisma, gli aquilani hanno mostrato il loro volto vero, il volto di un popolo che non si arrende, un popolo stretto nella sofferenza, abituato a lottare e ad affrontare le difficoltà a testa alta.

In questo clima di distruzione e attesa disperata, un gruppo di giovani, i ragazzi del Teatro l’Uovo, continua a fare il proprio lavoro. Non hanno più la loro splendida sede, qualcuno non ha più la casa. Eppure, fra mille difficoltà, continuano a lavorare, a portare in giro per l’Italia la loro arte, credendo e sperando più che mai che il teatro possa regalare una via d’uscita. Nato a L’Aquila come Associazione ONLUS nell’agosto del 1978, L’Uovo ha promosso in tutto l’Abruzzo lo sviluppo di un organico servizio teatrale per le nuove generazioni, assicurando stabilità e continuità nell’attività di ricerca, produzione, programmazione, promozione e formazione proprie della sua condizione di Teatro Stabile di Innovazione (già riconosciuto “organismo stabile per l’infanzia e giovani”) attribuitogli nel 2000 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Un anno fa, i ragazzi dell’Uovo abitavano il teatro San Filippo, prezioso esempio d'eleganza ed armonia, rarissimo modello di architettura aquilana del Seicento, oggi parzialmente distrutto e reso inagibile dal sisma. Da nord a sud, privati, associazioni culturali, Pubblica Amministrazione  e soprattutto i teatri di tutta Italia, si sono mobilitati per la ricostruzione del Teatro San Filippo e il sostegno de L'Uovo.

Il teatro fu realizzato nel 1987 proprio su iniziativa dell'Associazione con l’appoggio del Comune, all’interno della Chiesa di San Filippo Neri, peraltro già ristrutturata dopo il terremoto del 1703 e l’incendio del 1842. L'intervento dell'Uovo, costato in totale circa 500.000,00 euro - dai primi lavori di ristrutturazione e adeguamenti alle normative sulla sicurezza, agli attuali interventi finalizzati al miglioramento della recettività delle tecnologie teatrali - è stato in gran parte autofinanziato. Sul palcoscenico del San Filippo sono passati alcuni fra i nomi più interessanti del panorama teatrale italiano, e sono stati ospitati concerti di musica e varie rassegne dedicate alle famiglie e alle scuole. Più di 70 gli allestimenti per ragazzi realizzati, con oltre cinquemilacinquecento recite in Italia e all'estero fra Cina, Francia, Lussemburgo, Svizzera e Ungheria per oltre un milione di spettatori e trenta anni di impegno produttivo. Tantissimi i riconoscimenti di pubblico e critica per la produzione artistica e per il complesso delle attività. […] L’Uovo – raccontano - nel suo lungo percorso artistico ha sempre cercato di collegare gli eventi teatrali alla creazione e alla fruizione artistica e letteraria nelle sue diverse forme non dimenticando la tradizione culturale e il patrimonio architettonico e ambientale. […] Abbiamo realizzato percorsi teatrali nei musei d’Abruzzo, e percorsi artistici imperniati sull’integrazione di forme e linguaggi diversi in funzione del rinnovamento dello spettacolo teatrale […].

Hanno lavorato davvero tanto per poi vedere i loro sogni scossi e incrinati nell’arco in una notte. Il loro è un teatro fatto da giovani soprattutto per stimolare la sensibilità, l’attenzione e l’interesse dei giovani. Impegnati nel sociale, in tutti questi anni si sono dedicati all’educazione e alla formazione teatrale dei ragazzi, privilegiando la collaborazione con le scuole e con l’università; sviluppando percorsi teatrali con detenuti e diversamente abili. Ora, ad un anno dal terremoto, Guido Bertolaso, ha fatto il punto sulle prospettive di ricostruzione a L’Aquila: “L’Aquila può essere ricostruita in 7-8 anni purché si lavori senza sosta. Per una ricostruzione fatta bene serve impegno, grande capacità di programmazione e pianificazione e poi lavorare senza sosta”. Per ricominciare, il teatro non può aspettare tutto questo tempo. Intanto, grazie ad un progetto di integrazione che prevede la diffusione delle pratiche teatrali fra i detenuti, l’Uovo, ancora in attesa di una nuova sede, troverà una nuova area dove fare spettacolo presso la casa circondariale di Preturo. C’è una storia per tutti e ognuno ha la sua storia, ma alla fine la storia di ognuno è la storia di tutti e non c’è altra storia da raccontare, recita un loro spettacolo. Così Ezio, Antonio, Marcella, Maria Cristina, Giada, Antonella, i due Raffaello, Guido e tutti gli altri hanno ricominciato con la passione e la forza che li contraddistingue. Del resto l’uovo è il simbolo della vita.