Roma: alcune disordinate geometrie interiori per il Natale della fondazione Alda Fendi

di Anna Laudati

Dall'8 al 15 dicembre alla Fondazione Alda Fendi di Roma, sperimentazioni e performance visionarie grazie all'eclettico duo della drammaturgia italiana Ricci/Forti. Sperimentazioni, provocazioni e visionaria arte contemporanea. (Flavia Miccio)

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Alla Fondazione Alda Fendi Esperimenti di Roma, quest'anno si racconta il Natale con una rappresentazione teatrale un pò indigesta, spregiudicata e a tratti pop. Dall'8 al 15 dicembre 2010, il Silos della fondazione capitolina ospiterà infatti una performance esclusiva del duo Ricci/Forte, gli enfant terribles della drammaturgia italiana, che da qualche anno propongono un teatro di innovazione e sperimentazione, dove il presente non è mai riprodotto con racconti realistici, ma attraverso una costruzione drammaticamente frammentata in diverse performance.

Some Disordered Christmas Interior Geometries, è questo il criptico titolo dello spettacolo che porterà davanti agli occhi del pubblico del Silos certezze ed inquietudini dei nostri giorni, rappresentate in venticinque minuti di performance, otto volte al giorno per otto giorni consecutivi. Undici performer che si confronteranno corpo a corpo con un pubblico di cinquanta spettatori alla volta. Un evento unico, che non sarà mai più replicato dopo questa occasione, e che sovvertirà i fondamenti dell'ordine sociale costituito, colpendo i principi e la routine della società borghese contemporanea.

A fare da scenografia a questa visionaria rappresentazione ci saranno da un lato le antiche rovina della civiltà romana del Foro di Traiano, dall'altra e uno spazio nuovo, a tratti futuristico, come il Silos della Fondazione Alda Fendi, un luogo dove si pongono le basi per progetti e traiettorie possibili nel mondo dell'arte. Una contaminazione di generi, di epoche, di emozioni e sentimenti dicotomici che fanno muovere gli attori come gli inquietanti fantasmi di "A Christmas Carol" di Dickens, i soggetti delle rarefatte fotografie della Woodman (alla quale tra l'altro si ispira il titolo dell'opera teatrale, che è un chiaro richiamo alla prima ed unica raccolta di foto dell'artista morta suicida) e le tormentate sculture di Rodin.

E' la prima volta che la Fondazione ospita un intervento esterno, dal momento che di solito i suoi esperimenti teatrali sono curati dal direttore artistico Raffaele Curi, ed è la prima volta che tale evento viene presentato al pubblico nel mese di dicembre, con l'etichetta "Esperimento dell'Avvento", mentre negli anni passati la programmazione prevedeva solo uno spettacolo all'anno, nel periodo di Pasqua.

Tante novità insomma per uno spettacolo che non verrà mai replicato, rendendo unica l'occasione per andare ad assistere alla performance, in una location del tutto suggestiva nel cuore della Roma antica, che si prepara ad accogliere ben quattromila spettatori.