“Mia suocera beve” di Diego De Silva: il secondo capitolo delle vicende dell’avvocato Vincenzo Malinconico

di Anna Laudati

Di cognome fa Malinconico ma Vincenzo, il protagonista del romanzo “Mia suocera beve” di Diego de Silva, con la sua piacevole ironia e assurda schiettezza risulta al lettore assolutamente brillante e simpatico, scatenando la risata a più riprese lungo l’intreccio della storia così amabilmente narrata dallo scrittore napoletano. (Caterina Ferrara)

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Edito da Einaudi per la collana “I coralli” il libro riprende le vicende del personaggio che avevamo conosciuto in “Non avevo capito niente”, precedente opera dello stesso autore. In questa sorta di capitolo secondo Vincenzo, un avvocato non proprio ricercato, scopre il successo professionale fuori dalle aule dei tribunali nel posto più impensabile e ordinario al mondo, un supermercato.

E’ qui che l’uomo riceve un’insolita nomina d’ufficio da parte di un ingegnere che in cerca di vendetta per l’assassinio del figlio mette in scena un vero e proprio processo in diretta sequestrando l’omicida fra i banchi della spesa.

Incredibilmente lucido e sincero col suo filosofeggiare a voce bassa, l’avvocato Malinconico si fa subito amare grazie alla sua autenticità. Vicinissima alla realtà di tutti giorni, la vita di Vincenzo è la vita vissuta da ognuno di noi seppur con nomi e luoghi differenti: un matrimonio interrotto, una nuova compagna, una suocera ostinata, dei figli severi, un amico con la sindrome di Peter Pan.

“Mia suocera beve” è il ritratto di un’umanità che nonostante l’avvilimento e lo sconcerto scaturito dagli eventi quotidiani, si fa forza e tira avanti per non perdere tutto, sempre in vista della meta ultima: l’amore.

Diego De Silva si distingue così, ancora una volta, per il suo stile fuori dai classici schemi della narrazione e più vicino al pensiero libero di viaggiare non solo nella mente ma anche sulla carta, che esce dal confine dettato dal rigo e straripa verso ricche e profonde riflessioni.

Un successo, dopo l’altro, dunque per il quarantaseienne che oggi vive a Salerno e collabora tra un racconto e l’altro alla testata giornalistica “Il mattino”. Nel 2001 De Silva ha pubblicato sempre presso Einaudi “Certi bambini”, dal quale i fratelli Frazzi hanno tratto nel 2004 l’omonimo film. Sono suoi anche “La donna di scorta” (2001), “Voglio guardare” (2002) e “Da un’altra carne” (2004).