Dreambrain: “sogno-cervello”, un’innovazione che migliora la vita

di Francesca Elia
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Riuscire a leggere la mente umana e a percepirne i pensieri è da sempre stato uno dei sogni dell’uomo. Riccardo Promoter è riuscito a concretizzare tale desiderio, spinto dalla volontà di riuscire a comunicare nuovamente col padre, colpito da un grave ictus. (Francesca Elia)

wired-06-2011 Questa è la storia del Dreambrain, un package, composto da un casco che funge da interfaccia elettro-encefalografica collegato ad un netbook, è la storia di un figlio che vuole ridare vigore al proprio rapporto col padre. Il 13 dicembre 2009 Fabrizio Prodam viene colpito da un violento ictus che gli provoca gravi danni all’encefalo; Fabrizio non può né parlare né muoversi, la sua vita diventa parassitale. Riccardo non riesce ad arrendersi, sin dal primo momento promette al padre di aiutarlo ad uscire da quel tunnel, sussurrandogli all’orecchio: “ non preoccuparti papà, questa la risolviamo ”.

Dreambrain è la concretizzazione di una promessa; mediante l’impiego del wireless, in maniera del tutto non invasiva, le esigenze della persona, su cui viene posizionato il casco, vengono trasmesse dall’encefalo al netbook, rappresentando sullo schermo una determinata probabilità di accadimento. Il prodotto potrebbe essere utilizzato per i pazienti colpiti da ictus, da SLA o dall’ Alzheimer.

Questo casco assume un’importanza senza precedenti per i centri di riabilitazione, i risultati raggiungibili sono entusiasmanti. Un prodotto italiano degno di elogio, ideato grazie all’operato attivo di Riccardo Prodam, ingegnere che si occupa di matematica, in particolar modo di sistemi non lineari e machine learning, con la collaborazione di Flavia Prodam e Loredana Pagano, entrambe medici presso l’ospedale Maggiore di Novara e la biologa Letizia Trovato. Un progetto studiato nei minimi particolari e in attesa di 5 brevetti; un prodotto che fa acquolina in bocca a livello mondiale ma Riccardo ha più volte precisato la mancanza di qualsiasi scopo lucrativo.

L’obiettivo non è mai stato arricchirsi o raggiungere una qualche fama, ma semplicemente riuscire a restituire un pizzico di dignità ad una persona cara, dare la possibilità di esprimere le proprie esigenze, dar peso ai pensieri di chi non può esprimerli in modo ordinario. La forza di volontà, come in questo caso, è supportata dall’amore, dalla necessità di sentirsi utili per chi è limitato da un impedimento fisico. L’uomo può determinare miglioramenti, può spingersi oltre le conoscenze attuali per trovare altro, per creare un’innovazione. Dreambrain non è il prodotto di un riciclo di idee, è il risultato di accertamenti tecnico-scientifici supportati da un interesse dignitoso. Riccardo ora può comprendere l’esigenze racchiuse nello sguardo del padre, può soddisfare la sua voglia di bere, di mangiare o di cambiare posizione, esigenze basilari che per persone non indipendenti divengono un macigno. Fabrizio ora può essere capito e aiutato grazie ad un gesto d’amore, grazie all’impegno di un figlio che ci ha creduto. Dreambrain “sogno-cervello”, vita migliore.