Venezia. Giovani e disabilità. Tema ombra alla Mostra del cinema 2008

di Gianfranco Mingione
Cala il sipario sulla 65esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Venezia finalmente è accessibile per i cinefili con difficoltà motorie o sensoriali ma sono solo due le pellicole in concorso dedicate a temi legati alle disabilità. (Gianfranco Mingione)

mostra_cinema_venezia.jpgRegisti di rilievo internazionale come Ernst Wilheim Wenders, una giuria composta da artisti di primo livello come Valeria Golino, John Landis, Lucrecia Martel, Johnnie To, Yuri Arabov, Douglas Gordon e la  65esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è servita! Ma quali sono i film cosiddetti di nicchia arrivati quest’anno sul tappeto rosso? Sul lido, si sa, si consumano negli anni molti tappeti rossi calcati dalle star del cinema italiano e internazionale. La Mostra, arrivata alla veneranda età di 65 anni, si è presentata tutto sommato abbastanza bene, anche se, alcune temi, risultano ancora un po’ assenti dallo sguardo cinematografico.

Sullo schermo e attraverso lo schermo si incrociano i destini di mille storie, poche quelle legate alla disabilità.

Purtroppo, in questa edizione, le pellicole impegnate verso queste tematiche hanno avuto una carente presenza. Solo tre i film, di cui uno fuori concorso, che hanno sceneggiature ispirate a storie diversamente abili: il film italiano “Il papà di Giovanna”, diretto da Pupi Avati, il film “Un lac”, di Philippe Grandieux e “Ba bel-hadid” di Youssef Chahine.

Il primo film, quello di Pupi Avati, ha una storia legata ai disagi provocati dai forti traumi spesso vissuti dagli uomini in situazioni difficili, come quello raccontato nel film: le vite di Giovanna, bambina timida e insicura, e suo padre, artista decaduto, sfociano in tragedia quando Giovanna uccide la sua amica del cuore. Così inizia per lei, da insana di mente, il calvario di mesi, anni nell’ospedale psichiatrico. Un film forte, che ha per sfondo un legame genitore-figlio apparentemente imperturbabile.

Nel secondo film, “Un lac”, di Philippe Grandieux, si narra la vicende di Alexi, giovane taglialegna colpito da crisi epilettiche di tipo estatico che favoriscono un rapporto speciale con la natura e la sorella Hege. Nel terzo film, categoria “Fuori concorso”, il regista egiziano Youssef Chahine presenta “Ba bel-hadid”, film nel quale si sviluppa un triangolo amoroso che vede protagonisti un giornalaio zoppo innamorato di una ragazza venditrice di bibite.

Un storia girata con abile maestria, che ha come location una stazione del Cairo in bianco e nero, dove si mischiano le storie dei tre protagonisti. Un film ricco di amore, contrasti, e molteplice diversità. Si è vero, la Mostra di Venezia quest’anno ha risposto positivamente al problema della disabilità dotandosi di strutture per persone disabili. Dai trasporti pubblici su acqua e terra, ai posti auto e toilette, non è mancato proprio nulla. Si, è vero, non è mancato nulla. Tranne i film!