RIV: giovani universitarie in vendita

di Anna Laudati
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Una nuova forma di prostituzione o solo un gioco a pagamento? (di Giuseppina Ascione)

riv_sasha.gifGiovani ragazze che per pagarsi gli studi decidono di farsi guardare nude in web-cam, promettenti studentesse che vedono salire il proprio conto in banca grazie ai loro spettacolini erotici, e a quanto i loro “fans” sono disposti a spendere per guardare. “Bisogna essere abbastanza veloci da non fare annoiare chi guarda ma abbastanza lente per far durare di più la connessione e quindi far salire i crediti”, cosi parla Debora, una delle tante ragazze che ogni giorno si collega al sito RIV (Ragazze in vendita), mette a disposizione il proprio tempo concedendosi alla vista di chi per noia o solamente per curiosità decide di pagare per vederla spogliare.

Un fenomeno che sta imperversando in questi anni, quello delle “ragazze on line”, e che sempre di più incuriosisce i media. Molti parlano di una forma moderna di prostituzione, altri semplicemente di un modo per arrotondare le paghette o i lavoretti saltuari, altri semplicemente di un modo “strano” di divertirsi, fatto sta che da qualche anno dalla televisione, ai libri, ai giornali un pò tutti hanno parlato di queste giovani donne che si fanno guardare nude in web-cam.

Le fanciulle che in questi anni hanno deciso di raccontare la loro esperienza, dicono di sentirsi tutelate dal sistema RIV, non si sentono mancate di rispetto dalle centinaia di uomini che ogni giorno decidono di trascorrere del tempo guardandole e soprattutto non pensano di tradire il proprio partner, e dicono di avere una vita sessuale e sentimentale normale. Il loro particolare lavoro non ha nulla a che fare con il sesso o con l’amore, è solo un modo facile e onesto di guadagnare soldi in una società che oggi offre ben poco ai propri giovani.

Queste eccentriche ragazze parlano di uno sdoppiamento di vita, se di sera o nei “momenti morti” passano ore davanti al pc aspettando di essere contattate, al mattino o durante il giorno non hanno problemi a frequentare i corsi e a vivere la normale vita di una qualsiasi universitaria. Molte di loro approfittano dei momenti di pausa per studiare, e spesso aspettano davanti al computer in sexy lingerie e con i libri appoggiati alla scrivania.

Uno spaccato della società che cambia. Una società “pratica” che ha sempre meno pudore nello scoprirsi, nel parlare e nel vivere una dimensione pubblica della sessualità.