Europeana.eu: un rivale istituzionale di Google Library o un progetto destinato a fallire?

di Anna Laudati

La prima biblioteca digitale europea, aprirà le sue porte in Internet in autunno. Entro il 2010 sei milioni di opere (di Andrea Sottero)

logo_europeana.gifIl debutto ufficiale è ormai vicino. Anzi vicinissimo. Entro la fine di Novembre la commissaria dell’Unione Europea incaricata dei progetti legati all’informazione e ai media, Viviane Reding, inaugurerà ufficialmente la Biblioteca Digitale Europea, con un patrimonio iniziale di 2 milioni di oggetti consultabili online, tra file audio e video, materiale fotografico, dipinti, libri, giornali e altro materiale d'archivio. Per chi non riuscisse a trattenere la curiosità, tuttavia, sul sito del progetto (http://www.europeana.eu/) è possibile fin d’ora provare una versione “demo”,  che dà un’idea di massima su come sarà gestito il materiale messo a disposizione, sull’agibilità e soprattutto sulla grafica con cui impareremo a conoscerlo.

L’idea di un raccoglitore digitale del patrimonio culturale dell’intera Unione Europea (con numerosi contributi, per altro, anche della Svizzera, che pure non è parte della Comunità) è iniziata nell’estate del 2006 su iniziativa della Bibliothèque Nationale de France. Non a caso, pur con un’interfaccia grafica più moderna (ma su questo ci riserviamo di giudicare meglio avendo a disposizione la versione definitiva) e un sistema di indicizzazione più evoluto, Europeana non si differenzia moltissimo da Gallica, un database consultabile con oltre 90mila testi digitalizzati, messi  a disposizione dalla stessa Biblioteca Nazionale di Francia. Ed è probabilmente proprio grazie al successo di quest’esperienza, nonché ovviamente alla prospettiva concreta di valorizzare al meglio l’intero patrimonio artistico e letterario del Vecchio Contintente, che per i promotori dell’idea non è stato difficile ottenere l’appoggio comunitario ai loro sforzi, in termini tanto di collaborazione ("l’archivio si colloca tra i progetti dell’iniziativa 2010 per la riduzione del digital DIVIDE"), quanto di fondi resi disponibili.

Una prima modestissima parte del gigantesco lavoro è stato presentato al pubblico nel Marzo del 2007, in occasione del Salone del Libro di Parigi: circa 12000 volumi non sottoposti al diritto d’autore provenienti dall’archivio della Biblioteca Nazionale di Francia, dalla Biblioteca Nazionale Ungherese e dalla Biblioteca Nazionale del Portogallo messi in rete per essere consultati. 

Tra gli obiettivi non ufficialmente dichiarati, ma di cui nessuno sembra avere dubbi, vi è quello di fare nascere un rivale istituzionale (e dal respiro ancora più ampio) ad archivi simili come Google Library. Allo stato attuale, però, il progetto sponsorizzato dall’Unione Europea non regge il confronto con i suoi “fratelli maggiori”. Google Library, ad esempio, iniziato nel 2004, conta oggi su un patrimonio digitalizzato e indicizzato di oltre 10milioni di libri. E continua a crescere a ritmi sostenuti.

Europeana, nel momento cruciale per la sua crescita, inizia invece a scontrarsi con problemi concreti, che potrebbero comprometterne inesorabilmente il successo. I diritti d’autore innanzitutto, sui quali si fa un gran parlare di fronte ad iniziative private e su cui di certo non si può sorvolare a livello istituzionale. E poi, come sempre, la mancanza cronica di finanziamenti: la Commissione Europea stima in oltre 220milioni  di euro il costo totale della digitalizzazione del patrimonio librario, a cui si devono aggiungere i costi per la catalogazione delle opere d’arte e le spese di gestione. La commissaria Reding spera che possano aumentare i finanziamenti pubblici dei vari Stati destinati al progetto, perché nonostante l’interessamento attivo di oltre 90 enti di tutta Europa, ad oggi si è troppo lontani dalla fine dei lavori.

E sembra anche essere un tantino audace l’intento sbandierato di arrivare alla soglia di 6milioni di opere a disposizione del pubblico entro il 2010. L’efficacia della promozione del sito sarà probabilmente uno dei fattori di successo (o insuccesso) cruciali di un progetto tanto affascinante quanto oggettivamente complesso.