Ai Grammy il vero vincitore è l’amore gay

di Alessandro Etzi

Tra i premiati Daft Punk, Lorde, Paul McCartney e Macklemore&Ryan Lewis. (Alessandro Etzi)

grammy_awards_paul_mc_cartnery I Grammy Awards lasciano un immagine nuova degli Stati Uniti: gay-friendly, musicalmente europeisti, affascinati ancora dalle ragazzine prodigio, ma questa volta di provenienza downunder.

Stringendo al massimo è questa la sintesi degli ultimi Grammy: premio come migliore album e migliore singolo ai francesi Daft Punk, mentre Macklemore & Ryan Lewis hanno difeso l’onore a stelle e strisce aggiudicandosi il premio come migliori artisti, miglior album rap, migliore canzone rap e migliore performance…..sempre rap. Sorprendente Lorde, diciassettenne neozelandese premiata per la sua canzone Royals con il premio alla migliore performance pop e canzone dell’anno, orgoglio di una nazione che non esporta più solamente velisti e rugbisti.

grammy_awards_macklemoreLa musica rock premia nuovamente l’Europa, con i Led Zeppelin che si aggiudicano il premio per il migliore album rock con il live Celebration, mentre la reunion dei Black Sabbath viene premiata con il migliore disco metal. Da manuale il premio per la migliore canzone rock: il trofeo finisce nella bacheca di un certo Paul McCartney, che invece di pensionarsi ha inciso Cut me some slack con Dave Grohl, un invecchiatissimo Krist Novoselic e Pat Smear, praticamente ciò che rimane dei Nirvana.

Ma i premi sono solo una parte dello spettacolo, grandissimo, dei Grammy Awards.

Potremmo iniziare dall’esibizione di Beyonce e Jay-z, che hanno aperto lo show con Drunk in Love in versione molto hot, i Metallica che hanno eseguito One con il pianista Lang Lang, ma il vero momento forte è stata l’esibizione di Macklemore&Ryan Lewis, con la vocalist Mary Lambert: sulle note di Same Love si è svolto il matrimonio di 33 coppie, tra etero ed omosessuali, celebrato da Queen Latifah.

Che dire poi dei diversi siparietti che hanno coinvolto Paul Mc Cartney, Ringo Starr e Yoko Ono,  oppure dell’esibizione di QUOTSA e Nine Inch Nails, un gruppone che sarebbe bello vedere interagire più spesso insieme, della esibizione di Lorde, che nel cuore degli americani ha già spiazzato la debole Lana Del Rey, degli Imagine Dragons che duettano con il rapper Kendrick Lamar.

I Grammy sembrano parlare di una nazione nuova, che guarda anche all’estero, che esce dalle sue periferie e abbraccia linguaggi diversi, non più autoreferenziale, che attraverso gli artisti e la musica cerca nuove energie per cambiare la società.

grammy_awards_black_sabbath

I Black Sabbath fanno ancora impallidire

 

grammy_awards_daft_punk

Daft Punk: il duo francese è stato mattatore della serata

 

grammy_awards_yoko_ono_ringo_starr

Yoko Ono e Ringo Starr se la ridono: quest'anno ai Rolling Stones nessun premio!