L'estate torinese si apre con una tre giorni di musiche, danze e teatro di strada

di Anna Laudati

E’ il Festival Internazionale dell’Oralità Popolare. Il meglio di ciò che non si trova sui libri, ma che, oltre ad essere tradizione, è innanzitutto cultura e arte (di Andrea Sottero)

pallina_1.jpgLe date da segnare sono 25, 26 e 27 Giugno. Sarà allora che il centro storico di Torino ospiterà una delle kermesse più coinvolgenti e interessanti della stagione estiva piemontese. E pazienza se il fitto calendario di Luglio che la città ha in programma ha imposto il ripiego sull’ultimo fine settimana di Giugno: l’estate torinese non poteva aprire in modo migliore. Tre giorni di danze, teatro di strada, suoni e parole.

Giunto ormai alla sua terza edizione, il festival è promosso da una rete di comuni, province, regioni e associazioni che si propongono di valorizzare la cultura e le tradizioni popolari. Di tale rete, alla quale partecipano ovviamente anche la provincia di Torino e quella di Cuneo in rappresentanza del Piemonte, non poteva che fare parte anche l’associazione Slow Food, da sempre interlocutore attento a questi tipo di tematiche. Chi avesse davanti a sé una piantina del centro storico di Torino, può iniziare a evidenziare le piazze Carignano, San Carlo e Carlo Alberto, le vie Cesare Battisti e Accademia delle Scienze e il cortile di Palazzo Carignano. Sarà qui, infatti, che si concentreranno gli eventi in programma.

Chi vi parteciperà sarà al tempo stesso spettatore, studente, protagonista e interlocutore. Si muoverà in un’atmosfera di festosa allegria tra concerti, mostre, spettacoli teatrali, giochi, tavole rotonde e vere e proprie lezioni di storia tenute per strada: dietro le Cattedre ambulanti di Cultura Popolare, a docenti e antropologi culturali, si alterneranno maestri d’eccezione, vecchi musici e cantori senza titoli accademici, ma veri ultimi autentici depositari delle tradizioni che si racconteranno. Non mancheranno proposte artistiche più innovative e collaborazioni interessanti, come quella tra i piemontesi Mau Mau e il napoletano Giovanni Coffarelli e quella tra il coro dei milanesi di Santa Fiora e Simone Cristicchi.

Torino sarà per tre giorni il palcoscenico naturale di una mescolanza di generi e di tradizioni che uniscono con straordinario entusiasmo tutto il territorio italiano. Ma il festival non si ferma qui: in città saranno accolti artisti di strada di tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Iran, dal Brasile all’Egitto, per dare un significato ancora più ampio e completo ai principi che ispirano la manifestazione: condividere, confrontarsi e tramandare.