Baarìa: la porta del vento

di Anna Laudati

Tornatore inaugura la 66° Mostra del cinema di Venezia ma la Mostra è stata poco generosa con l'opera dell'artista siciliano (di Veronica Centamore)

baaria.jpgL'uomo dei ricordi impressionati sulla pellicola... del cuore. Baarìa è il nome siciliano di Bagheria, cittadina della provincia di Palermo ma è anche il nome dell'ultima fatica cinematografica di Giuseppe Tornatore. E' un film affettuosamente autobiografico distribuito in due versioni, quella originale in dialetto stretto, uscirà in Sicilia, (un pò come "La terra trema" di Visconti), che potrebbe essere un bell'esempio di conservazione e preservazione dell'identità di un popolo e una per "il continente" con i dialoghi in siciliano italianizzato, copia che andrà anche all'estero. Si tratta di un film molto aperto che mescola melodramma, storia d'amore, spunti comici, affresco storico.

Non è imbrigliato in un plot narrativo stereotipato. "Struttura narrativa irregolare, non c'è un plot chiuso tradizionale, non c'è la dittatura del protagonista o dei protagonisti è tutto irregolare e quindi la regia non poteva non tenere conto di questo. Anche un personaggio che appare per una sola scena è concepito come se fosse il protagonista di una storia. Il film è come se fossero tanti film  in cui i personaggi s'incontrano e tu vedi soltanto una scena del suo film... allora questa orchestrazione molto complessa ha condizionato totalmente  la cifra registica del film" (Tornatore) Trama: E' anche la storia di una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: dal Padre al figlio Peppino e al nipote Pietro... il film attraversa quasi cinquant'anni. Dalla guerra mondiale, agli anni del boom economico (sottolineato dall'arrivo della minigonna e della prima tv da vedere tutti a casa dei pochi che la possedevano, in una comunità di vicinato, fino ai rivoluzionari anni settanta e i più comodi anni ottanta. Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un'intera comunità di provincia. Negli anni del fascismo il Padre è un modesto pecoraio dalle scarpe grosse ma dal cervello fino che lo avvicina ai libri, ai poemi cavallereschi e che vorrebbe vedere il figlio deputato. Nelle stagioni della fame e della seconda guerra mondiale, suo figlio Peppino scopre la passione per la politica, non sempre ricambiata. Ma che sarà il leitmotive della sua vita. Tanti i momenti poetici. Indimenticabile la scena dei due innamorati che parlano di nascosto, lei da un balcone, attenta a non farsi scoprire e lui in una casetta, si affaccia da una finestra per mandarle dei baci complici. E poi... I dodici apostoli scelti tra la gente del popolo non molto in odore di santità e il parroco costretto a cancellare il disegno a causa dei pettegolezzi, della gente del luogo durante le celebrazioni, che rendevano impossibile lo svolgimento della messa.

La guerra, il comunismo, un certo sberleffo di cui solo i siciliani sono capaci, l'irriverenza nei riguardi del potere, la satira fascista col cantante che canta satireggiando "Un'ora sola ti vorrei..."  mentre si volta a guardare un quadro di Mussolini che sta tra le quinte, incurante della presenza in sala delle camice nere, l'orgoglio siciliano, l'amore senza interessi, le credenze popolari, la superstizione, il caldo torrido di Sicilia, lo scemo del paese, la donna maritata sempre in attesa dell'ennesimo figlio.... tutte cose che dovunque andrai e quanto tempo mancherai non importa, perchè sono quelle le cose che al tuo ritorno ritroverai sempre dove le hai lasciate. A tutto questo fanno da cornice panoramiche da svenimento per la bellezza dei paesaggi e carrellate che tolgono il respiro. Ricchezza della scenografia, potenza visiva di alcune scene e la caratterizzazione volutamente caricaturale di alcune figure di contorno che contribuiscono a rendere la ricostruzione del paese estremamente vitale e minuziosa. Lo si può considere sotto molti aspetti, una summa dei suoi film precedenti? A confermarlo è lo stesso Tornatore: "Per certi aspetti si, nel senso che forse gli altri film erano episodi di anticipazioni di un progetto che si stava sedimentando nella mia fantasia, da molto tempo pensavo di fare un film su quel mondo di immagini, di suoni, di volti, di fatti, parole che sono il mondo del luogo in cui tu sei nato e questo caleiodoscopio di suoni, di parole, di immagini, te lo porti dietro sempre e condiziona la tua vita quotidianamente, ecco questo è, accumulavo, riesumavo dalla mia memoria tutte queste cose le conservavo le elaboravo, qualche volta qualcosa è andata a finire nei miei film ma erano quasi delle prove, delle provocazioni delle anticipazioni di qualcosa che forse ancora non era maturo e che si è maturato dopo, più che una summa dei miei film precedenti questo mi sembra un completamento dei miei film precedenti, la conclusione di un racconto, di un'involontaria quadrilogia". E che dire delle musiche di Morricone... voli pindarici che accompagnano immagini da capogiro. Il cast davvero eccezionale,, peccato che questi camei siano motivo di distrazione del pubblico alla ricerca dell'attore nascosto, cioè troppo attento ad indovinare chi si celi dietro il personaggio. Il film rappresenterà l'Italia all'Oscar. Tornatore ci riprova. Chissà se l'uomo delle stelle riuscirà a regalarci una notte da star tra le star.