La Puglia si mobilita,"Aiutateci a tutelare la nostra arte"

di Anna Laudati
Stampa
I cittadini e le istituzioni pugliesi si mobilitano per la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Al via la raccolta firme per il riconoscimento dell’Unesco. Tutta l’Italia invitata a sostenere l’iniziativa (di Paola Pepe) 

basilica2.jpg"Aiutateci a tutelare la nostra arte", questo il nome della campagna raccolta firme presentata lo scorso 11 dicembre a Lecce per il riconoscimento della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina (Lecce), patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. L’interessante iniziativa culturale, coordinata dal Professor Luigi Mangia, è sostenuta dal Comune e dalle Associazioni Boy’s Sport Arte e Cultura, Università popolare Aldo Vallone, Circolo Culturale Athena e Libreria La Musa sempre di Galatina.

In occasione della presentazione della campagna, a tutti i firmatari è stato offerto il Biscotto di Santa Caterina, un dolce di pasta frolla che, con la caratteristica forma di ruota, ricorda lo strumento di tortura a cui fu condannata la Santa. Enti locali, istituzioni e cittadini hanno individuato nel riconoscimento della Basilica, un’occasione di sviluppo locale e un motivo di prestigio per l’intero territorio nazionale. Tutta l’Italia, infatti, è invitata a sostenere la campagna apponendo la propria firma anche tramite e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.La Basilica di Santa Caterina D’Alessandria, già dichiarata Basilica Minore Pontificia nel 1992, è una delle Chiese più importanti dell’Italia meridionale per architettura e affreschi, seconda solo alla Basilica di San Francesco d’Assisi. Fatta realizzare da Raimondello Orsini del Balzo fra il 1383 e il 1391, presenta una rara coesistenza di diversi elementi romanici e gotici ed è il primo esempio dell’uso dei contrafforti in un edificio sacro a 5 navate. Quella centrale, terminante con un’abside aggiunta da Giovanni Antonio Orsini del Balzo intorno al 1460, è lunga 50 metri e sovrasta le navate laterali minori. Al suo interno vi è un importante ciclo pittorico, senza alcun dubbio il più vasto del ‘400 meridionale, voluto da Maria D’Enghein in memoria del marito Raimondello. L’interno, infatti, è una vera e propria pinacoteca. Pareti, pilastri, archivolti e volte sono interamente affrescati con dipinti che si sviluppano per ben 2500 metri quadri.

I cicli si susseguono partendo dall’ingresso centrale, procedendo verso l’abside. In sequenza si trovano il ciclo dell’Apocalisse, il ciclo della Genesi, il ciclo Ecclesiologico, il ciclo Cristologico, il ciclo Angelologico, il ciclo Agiografico, il ciclo Mariologico. A questi cicli di affreschi, occorre aggiungere la rappresentazione delle Virtù (le quattro cardinali, le tre teologali più la Pazienza), e poi gli affreschi del coro e dell’abside, quelli della piccola abside sulla parete esterna della navata minore destra e, infine, quelli della navata minore sinistra. La chiesa è ricca anche di arredi sacri in legno, tra i quali il Tabernacolo di Fra’ Giuseppe da Soleto, molto simile a quello che lo stesso Frate eseguì nel 1667, per il tempio di S. Croce di Palazzo a Napoli e che oggi si trova nella Chiesa Francescana di S. Giovanni del Palco in Lauro, a Taurano, provincia di Avellino.  Oltre al Tabernacolo ligneo vanno annoverati, fra i tesori della Chiesa, l’armadio-reliquiario in noce, i monumenti sepolcrali eretti a Raimondello Orsini del Balzo, a Giovanni Antonio del Balzo, e a Maria d’Enghien, molti oggetti d’arte per la conservazione delle Reliquie, il Calice e il Reliquiario della mammella di S. Agata, quello del dito di S. Caterina e il mosaico di arte bizantina con la figura del Redentore, della fine del XII secolo. La petizione, che conta di raccogliere 50.000 firme, si protrarrà fino alla fine di marzo quando l’intera documentazione sarà inoltrata al Gruppo di lavoro permanente per la lista del patrimonio mondiale, struttura interministeriale autorizzata ad accogliere le candidature per conto dell’Unesco.