Terra Madre. Un libro, una rete, una scommessa

di Anna Laudati

La presentazione a Torino, prima di Natale, dell’ultimo libro di Carlo Petrini  (di Andrea Sottero)

terra_madre.jpgFondatore e ideatore di SlowFood, Carlo Petrini, in occasione della presentazione di "Terra Madre", ha ringraziato i numerosi volontari che hanno supportato l’organizzazione delle prime tre edizioni dell’evento mondiale Terra Madre. Ad ognuno di loro, infatti, è stata regalata una copia del libro (Terra Madre, edizioni Giunti-SlowFood) e la possibilità di acquistarne altre per amici e familiari ad un prezzo di favore. Oltre ad un energico e come al solito cordialissimo Carlin Petrini, che ha dispensato strette di mano e autografi prima e dopo il dibattito, sono intervenuti il direttore del quotidiano LaStampa, Mario Calabresi, e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky.

 Durante l’incontro si è  parlare del libro, dei principi fondanti di Slow Food e della rete di Terra Madre, inquadrando il tutto nei fatti di cronaca e nell’attualità grazie alle esperienze giornalistiche personali di Calabresi e Petrini e nella dimensione sociale, giuridica e politica attraverso le riflessioni di Zagrebelsky. Ne emerso un quadro nel quale, senza voler essere allarmisti ad ogni costo e senza cercare di estremizzare posizioni contro i sistemi economici che regolano gli scambi commerciali e lo sfruttamento delle risorse naturali e agricole nel mondo, appare evidente l’esigenza di un cambiamento di rotta, per evitare di arrivare non solo a tensioni socioeconomiche irreparabili a livello internazionale -di cui, peraltro, negli ultimi mesi ci sono stati preoccupanti segnali, ma anche e soprattutto per garantire un livello di benessere accettabile anche alle generazioni future.

Come ha ricordato parafrasando Gandhi,  Vandana Shiva, ricercatrice indiana insignita nel 1993 del Right Livelihood Award, nel suo discorso di apertura di Terra Madre 2008 a Torino in qualità di vicepresidente di Slow Food International, il nostro è un mondo dove ci sono risorse sufficienti per tutti, ma non ci sono risorse sufficienti per l’avidità di pochi. Si tratta di un processo di cui, nei Paesi occidentali, una certa parte politica, la più lungimirante e attenta alla trasformazione della società, dovrà farsi portavoce, ma che deve partire innanzitutto dalla popolazione stessa. Solo in questo modo si riusciranno a superare quei limiti che affliggono le democrazie rappresentative, dove chi governa è tendenzialmente più interessato ai risultati da sbandierare del breve termine che allo studio di politiche, talvolta rigide e dolorose, che guardino più in là dei 5, 10 o 20 anni in cui resta al potere. Un pericolo che si prospetta tanto più incalzante oggi, alla luce di una classe politica che ha trasformato la democrazia del consenso in una democrazia del sondaggio, dove ciò che conta è il risultato hic et nunc.

Allegato al libro vi è anche un dvd, che dà un quadro di cosa sia Terra Madre, attraverso alcune delle immagini e dei discorsi più belli e significativi dell’ultimo incontro svoltosi nel capoluogo piemontese. Un reportage che è stato proiettato all’inizio del dibattito e che ha fatto rivivere in molti volontari e collaboratori presenti le emozioni di quei giorni. Petrini ha anche dato un’anticipazione della quarta edizione dell’incontro mondiale, in programma -come sempre a Torino- il prossimo autunno: sarà la prima assise in cui molti discorsi verranno pronunciati in lingua aborigena. Si tratta di un’attenzione al locale e alle tradizioni per guardare il mondo nella sua complessità, in un’ottica globale. Le cuffie con la traduzione istantanea degli interpreti saranno il simbolo dell’equilibrio con il progresso e la modernità che si sta ricercando.