Associazione LIBERA. Giornata della Memoria e Impegno in ricordo delle vittime delle mafie

di Anna Laudati

 A Milano per la quindicesima edizione di quest'evento voluto da LIBERA per non dimenticare mai i caduti di mafia (di Giuseppina Ascione

libera.jpgLo scorso 20 marzo, il cielo grigio di Milano si è colorato di mille colori…il giallo, dell’allegria dei tanti bambini che sfilavano con i loro striscioni, il blu, suggestione dei mari delle terre del sud, il rosso, la passione e il simbolo dell’impegno civile, il verde…la speranza del cambiamento. Siamo alla XV Giornata della Memoria e Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ad organizzarla, come ogni anno, è l’associazione LIBERA – Nomi e Numeri contro le mafie.

“Camminare nel corteo di Libera, in mezzo a un mare di ragazzi, e ritrovarsi in piazza Duomo con i parenti dei caduti di mafia, dava la sensazione consolante di vivere in un Paese ancora in piedi” scrive Michele Serra su la Repubblica, ed effettivamente l’aria che si respirava al corteo di Milano era ben lontana da quella che percepiamo ogni giorno dai giornali e dalle tv, si aveva la netta sensazione che la società civile crede ancora in un Paese che può rialzarsi, che può ancora combattere e indignarsi contro i soprusi e gioghi della criminalità organizzata, una sensazione resa ancora più forte dal luogo che ha ospitato la manifestazione: Milano, capitale dell’economia italiana, dove per molti le mafie sono un problema lontano, eppure “Siamo stati a Milano, il 20 marzo, - commenta Don Luigi Ciotti - per ribadire che le mafie e le tante forme d’illegalità, corruzione e abuso non sono un problema circoscritto, ma un furto di bene comune che ci colpisce tutti e al quale tutti possiamo e dobbiamo ribellarci. E certo – continua – non possono essere dimenticate le vittime innocenti delle bombe mafiose del 27 luglio 1993, in via Palestro.

Tre vigili del fuoco, Carlo Lacatena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto e un vigile urbano, Alessandro Ferrari, accorsi sul luogo dell’attentato per fare il proprio dovere, e il cittadino marocchino Driss Mussafir, colpito dalle bombe mentre sostava in strada su un giaciglio di fortuna. Anche per loro siamo stati a Milano, perché nella sua essenza la lotta alle mafie è lotta per i diritti, per una giustizia fondata sulla prossimità”. Ed è esattamente questo che a gran voce i coordinatori di Libera hanno gridato dai palchi organizzati per l’occasione: sconfiggere le mafie vuol dire riappropriarsi dei propri diritti.  Una platea entusiasta, pronta a recepire tali messaggi, che con i suoi striscioni e i suoi slogan ha dato coraggio a quanti ogni giorno conducono la propria battaglia per la legalità. Non mettere in vendita i beni confiscati alle mafie, sgominare i clan partendo da un maggiore controllo dell’economia, consentire alle forze dell’ordine e alla magistratura di portare avanti le proprie indagini avvalendosi di tutti gli strumenti messi loro a disposizione, sono gli unici modi per liberarsi dalla piaga della criminalità organizzata che da troppo tempo tiene in scacco la nostre bella e disgraziata terra.