AAA. maestri d'arte cercasi: giovani e mestieri sconosciuti

di Anna Laudati

Mestieri a rischio estinzione che si trasformano in opportunità (di Monica Scotti
 
mestieri-arrotino._napoliontheroad.it.jpg“Cosa vuoi fare da grande?”. E’ una delle cose che si chiedono ai bambini. Le risposte più frequenti? L’astronauta, il calciatore, il medico, la ballerina. Stereotipi pronti a cambiare seguendo le mode. Sono i mestieri più famosi, quelli che compaiono in tv, nelle fiction. Ma quante professioni restano all’ombra? Di quanti lavori si ignora persino l’esistenza?

Nell’era dei ghiacciai che si sciolgono e del clima che cambia anche certi mestieri “sono a rischio estinzione”, in barba alla crisi e alla disoccupazione che aumenta. E’ questo l’oggetto di uno studio condotto dal Centro di ricerca "Arti e mestieri" dell'Università Cattolica di Milano sul ruolo dei mestieri d'arte.  Ci sono il sarto, lo stilista, il modellista, lo scenografo, il costumista, il restauratore, lo chef, l´orafo, ma anche l’ancora meno noto ricamatore, il cappellaio, il guantaio, il doratore di edifici storici, il maestro casaro, il maestro cioccolataio, lo stampatore d´arte, l´intarsiatore, l´incisore di monete e medaglie, il maestro d´ascia, il pipaio etc. Sono centinaia i mestieri d´arte italiani: una ricchezza che distingue la produzione d´eccellenza del nostro paese e contribuisce al successo del marchio made in Italy. Molte di queste professioni risalgono a tradizioni secolari, si tramandano di padre in figlio, pur restando sconosciute ai più."Si parla tanto di maestri d'arte, ma pochi sanno davvero chi siano"- ha ricordato Franco Cologni, presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, nel corso del convegno "I Talenti nascosti del Made in Italy.

Mestieri d´arte nella produzione italiana d´eccellenza", che si è svolto presso la Triennale di Milano e durante il quale è stata presentata la nuova ricerca in materia - "Il loro è un contributo misconosciuto; sono talenti nascosti talmente bene che spesso le nostre istituzioni si dimenticano persino di citarli". Lo studio dell´Università Cattolica ha selezionato 24 settori di attività: la calzatura, la carta, la ceramica, il design, l´enogastronomia, la floricoltura, la fotografia, il legno, la lirica, la liuteria, la meccanica, i merletti, i metalli, la moda, il mosaico, la nautica, l´oreficeria, la pelletteria, la pietra, le pipe, il restauro, lo spettacolo, il tessile e il vetro. Tutto un universo pronto ad offrire lavoro a giovani in cerca della propria strada proprio in tempo di crisi, proprio quando ce n’è più bisogno. Tutto un universo sommerso di cui spesso si ignorano le potenzialità e in cui si investe poco. Se oltralpe esistono  da trent’anni strutture come le S.E.M.A. (Société d´Encouragement aux Métiers d´Arts), in Italia un primo passo verso un serio avvicinamento dei giovani all’artigianato è ancora da venire.