Napoli. Giovani editori "Ad est dell'equatore"

di Anna Laudati
Stampa
Uno giovane scrittore e suo fratello a Ponticelli, nel retrobottega della sartoria della mamma, allestiscono una casa editrice. Nel giro di pochi mesi “Ad est dell’equatore”, nome della casa editrice, è diventata  ‘un caso’ nel panorama italiano (di Anna Laudati) 

logo_ad_est_dellequatore.jpgCiro e Marco Marino, 25 e 27 anni, non curanti della crisi dell’imprenditoria in Italia e in particolare a Napoli, armati, come di sarebbe detto un tempo,  di carta e penna, oggi, di computer e stampante e di un sogno da realizzare, un anno e mezzo fa fondano la casa editrice Ad est dell’equatore. Presenti alla fiera del libro di Torino con dieci libri pubblicati, sono stati classificati tra le cinque nuove realtà  più interessanti nel panorama italiano. Ad oggi i libri pubblicati sono dodici, di cui l’ultimo La ferita, un’antologia di  racconti sulle vittime innocenti della camorra, è stato presentato a Roma il 6 dicembre scorso,  alla Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri più liberi.

Su myspace, i due giovani editori scrivono “I libri sono la nostra scommessa: farli, oggi, è difficile, ma noi crediamo ancora che i libri possano inventare il migliore dei mondi possibili. Una casa editrice, prima di essere un’azienda, è un’idea, un’entità che, da astratta, diventa creatura da far crescere conservando lo stupore di accorgersi, ogni giorno, che è sogno e realtà. L’editoria a pagamento non ci interessa. Siamo giovani, abbiamo tanto da dire e vogliamo che ognuno degli scrittori che pubblicherà per Ad est dell’equatore sappia che il suo libro è un tratto di strada da percorrere insieme a noi, spalla a spalla. Chi scrive ha diritto a tanto rispetto, poiché ha il coraggio di raccontare ciò che vede, di denunciare, di immaginare, di vivere. E chi pubblica libri ha il dovere di dar spazio a tutti coloro che, della scrittura, fanno ragione di vita, impegno sociale e lavoro. Essere uomini è anche questo. Vogliamo scritti taglienti come lame dritte al cuore di quel che siamo, rapidi come il pensiero che coglie l’unica cosa giusta da dire, da scrivere. Inviateci i vostri dattiloscritti, scriveteci, telefonate, parlate con noi. Forse le vostre parole diventeranno un libro, forse andrà meglio la prossima volta: è una scommessa, l’abbiamo detto”.  

Sul sito www.adestdellequatore.com, nella sezione Chi siamo si presentano così: “Ad est dell’equatore non è un luogo, e non è nemmeno un’utopia. E’ un puntino sull’orizzonte, verso il quale abbiamo deciso di dirigerci. E’ un viaggio che abbiamo iniziato nel 2008, carichi di passione, incontri, avventure, progetti. E’ questo il nostro modo di muoverci, ed è così che intendiamo fare libri. Non rinunciando a nessuna di queste componenti. I libri sono la nostra scommessa: farli, oggi, è difficile, ma noi crediamo ancora che possano inventare il migliore dei mondi possibili. Che possamo raccontare il bello, svelare il male, insinuare il difficile, testimoniare il tutto….”

Questi giovani napoletani sono un esempio controcorrente rispetto ai tanti che come unica soluzione alla crisi e alla mancanza di prospettiva futura, decidono di fuggire via dalla città partenopea e dall’Italia in generale. Altro che fuga di cervelli e atteggiamento negativo. Un desiderio, una stanzetta e la voglia di esprimersi e di dare la possibilità ad altri di poterlo fare sono gli ingredienti del successo di Ciro e Marco Marino. Complimenti!