Corrida. La tortura non è cultura!

di Anna Laudati
Una pacifica invasione di Madrid ad opera del fronte animalista ed ecologista spagnolo per chiedere l'abolizione delle corride: no alla corrida e rispetto per la vita dei tori perché “la tortura non è arte o cultura!” (di Andrea Pellegrino) 

213x145_20100329_051017_aaed71f8.jpgMigliaia di militanti animalisti si sono dati appuntamento ieri nella capitale spagnola per protestare contro l’annunciata decisione del governo regionale di Madrid di inserire la tauromachia nel patrimonio culturale regionale per difenderla da chi la minaccia e ne propone l’abolizione. A promuovere la mobilitazione, un foltissimo gruppo di organizzazioni ecologiste ed animaliste che, insieme a personalità della cultura e della politica spagnola, hanno in queste settimane collaborato per creare il fronte comune anti-corrida “La tortura non è cultura!”.

Sullo sfondo della manifestazione di ieri si configura uno scontro non solo politico ma anche legale che ha per oggetto la difesa o la messa al bando della corrida. Se è vero che quella di ieri è stata una della mobilitazioni più importanti mai viste nelle strade della capitale, è anche vero che proprio Madrid rappresenta un bastione della corrida. Tra pochissime settimane è infatti in programma l’annuale “Feria de San Isidro” che vedrà affollarsi le stesse strade che sono state percorse dai manifestanti anti-corrida. La scelta di inserire ufficialmente la tauromachia all’interno del patrimonio culturale della regione madrilegna è stata una doccia fredda per il popolo animalista spagnolo, tanto più che è seguita all’opposta minaccia di un’altra regione spagnola, la Catalogna, mi mettere al bando la corrida.

Il dibattito sulla corrida sta prendendo nuovo slancio nelle ultime settimane in tutta Spagna, dopo che il Parlamento della Catalogna ha promosso delle audizioni su una possibile interdizione delle tauromachie sollecitata dai gruppi animalisti catalani con una proposta di iniziativa popolare. Una battaglia politica tra opposti schieramenti quella a cui si sta assistendo in queste settimane in Spagna. E questo è tanto più vero se si considera che anche altre due regioni di destra, Valencia e Murcia, stanno in questi giorni avviando le procedure per inserire la tauromachia tra i propri beni di interesse culturale. Neanche la corona spagnola è rimasta neutrale in questa disputa. Il re Juan Carlos è infatti sceso in campo a difesa della tauromachia: «la corrida è l’essenza di un buon gioco dal quale nasce un mondo culturale ed artistico fecondo» ha dichiarato nelle scorse settimane il re inserendo con forza il proprio nome tra quelli che sono invece convinti che la corrida rappresenti un importante tradizione culturale spagnola.