Napoli. Ratti e scarafaggi padroni delle strade

di Anna Laudati
A Soccavo il remake dell’invasione degli ultracorpi (di Vinicio Marchetti) 

topi.jpgNeanche nei film di fantascienza degli anni 50 si poteva assistere agli spettacoli che offre Soccavo, quartiere della periferia occidentale di Napoli. Ratti grandi come robusti felini e blatte superiori, come numero e dimensioni, a qualsiasi altra specie conosciuta. Nelle velleitarie giustificazioni delle autorità, come sempre, si parla delle difficoltà di smaltimento dei cumoli di rifiuti dislocati nelle strade, anche le più nobili, della piccola colonia.

Tutto fumo buono per essere dato in pasto a quei pochi telegiornali locali che hanno avuto la pietà e l’ardire di trattare l’argomento. Tutti gli abitanti di Soccavo, ormai, hanno acquisito un’esperienza degna del migliore entomologo nel riconoscere le curiose bestioline, e ciascuno di loro potrà testimoniare che i problemi principali non arrivano dai topi e gli scarafaggi, pur eccessivamente numerosi, che abitano e fanno giornalmente capolino dalle montagnole abusive di mondezza, ma dalle gigantesche blatte rosse che escono dalle fognature come dai lavandini delle abitazioni. E nelle fogne va ricercata la spiegazione a questa faccenda.

Il glorioso alveo fognario “Arena Sant’Antonio” dal 2001 fino ad ora ha deciso di deporre le armi per ben cinque volte alla furia distruttiva di qualche piccola pioggerella invernale e il collettore non è mai stato in grado di far defluire l’acqua. Ora, in nome di tutti gli abitanti di Soccavo che si sono stancati di giocare a fare i domatori di leoni con i ratti, cosa diavolo ci sta nelle fogne che dona alle bestie l’effetto di un tir di steroidi?

Non dico niente di nuovo quando affermo che per anni siamo stati lo sversatoio della regione. Gli errori del Comune si sono mescolati a quelli della Regione e, come sempre, a pagare le conseguenze siamo stati noi. Ora, in questo marasma generale, com’è possibile che piccole strade del Rione Traiano rassomiglino sempre più a oasi protette? Com’è possibile che i lavori di restauro si limitino a minuscoli viali lasciando nel degrado le strade principali e i raccordi con il Vomero e Fuorigrotta? Probabilmente la domanda più corretta è un’altra: chi li paga questi lavori? Verosimilmente sarà qualcuno che si ritiene troppo importante per avere gli scarafaggi che spuntano fuori dalla doccia. E, tutto sommato, un’irrisoria spesa, quando il reddito lo consente, ci può anche stare.