Giovani. Dallo stage ad un impiego fisso. Solo uno su cinque

di Anna Laudati

Un sogno tutto italiano per i giovani alla ricerca di lavoro (di Flavia Miccio)

stagista.jpgQuali sono le possibilità dei giovani stagisti italiani di trovare un impiego fisso? Secondo un sondaggio condotto dall’Isfol, l’Istituto per lo Sviluppo della formazione dei Lavoratori) insieme alla Repubblica degli stagisti, testata giornalistica online nata nel 2007 in forma di blog e dedicata agli stagisti e più in generale al mercato del lavoro per i giovani, solo uno su cinque riesce ad ottenere un’offerta di lavoro; in rari casi l’offerta è per un contratto a tempo indeterminato. La nuova generazione si deve abituare all’idea di lavoro flessibile, fatta di contratti a progetto, prolungamenti di stage e collaborazioni occasionali, anche quando la formazione lavorativa è giunta in uno stadio ormai avanzato.

Che lo stage sia un mero strumento di sfruttamento momentaneo di risorse esterne o momento di seria formazione per giovani laureati, è ancora da chiarire: da un lato infatti i laureati, soprattutto quelli che hanno conseguito la laurea specialistica, trovano maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro grazie ad attività di stage, dall’altro i neolaureati rischiano di diventare “serial stagisti”, essendo costretti ad affrontare anche quattro o cinque tirocini, prima di approdare ad un lavoro poco più stabile. Un investimento questo che costa tempo e denaro per quelli che decidono di effettuare un percorso di professionalizzazione, nella speranza di futuro più sicuro.

Una buona proposta per migliorare l’efficienza degli stage, come sostiene anche Eleonora Voltolina, direttore responsabile di Repubblica, è sicuramente quella di istituire un database dei tirocini per rendere trasparente non solo il numero, ma anche l’esito e la loro finalizzazione, per permettere a tutti gli aspiranti stagisti, di  conoscere in anticipo le condizioni e la qualità formativa dei percorsi offerti dalle aziende e decidere liberamente se fare o meno tale investimento. Non si può però fare a meno di considerare che sono moltissimi i giovani che decidono anche di spostarsi dal paese d’origine per quell’occasione che viene presentata come unica ed irripetibile, sopportando vita da pendolari o spese di soggiorni fuori casa, che ricadono o sulle famiglie o sugli stagisti stessi, per poi sentirsi dire “ritenta, sarai più fortunato”.

Sarebbe giusto, giunti a questo punto, capire che la dedizione al lavoro, la costanza e l’impegno sono elementi che purtroppo vengono scalfiti da queste esperienze di lavoro mordi e fuggi, che danno poche gratificazioni e poche possibilità di sviluppo.