Amesci va in Libano per la Cooperazione Euromediterranea

di Anna Laudati

Intervista a Andrea Pignataro (nella foto a destra), Coordinatore Nazionale di Amesci,  di ritorno dal Libano, precisamente dal sud del paese, dove ha partecipato ad un seminario euro mediterraneo sui temi della cooperazione socio-educativa. (di Francesco Enrico Gentile)

 

pigna2.jpgDomanda d’obbligo: in che condizione e’ il Libano a due anni dall’inizio della Missione internazionale UNFIL? L’idea che negli anni mi sono fatto è che il Libano sia un paese di grandi complessità, che cova in seno potenzialità incredibili e contraddizioni stridenti, con un livello culturale e civile altissimo ed un sistema politico/istituzionale basato sul confessionalismo religioso che si rivela sempre più un vero e proprio freno allo sviluppo democratico, sociale e culturale del paese.Per ciò che riguarda la Missione UNFIL, cui partecipano anche nostri compatrioti, ha certamente rappresentato un contributo importante nella soluzione della crisi del 2006, ma personalmente non ne ho avvertito la presenza, perché nei posti in cui abbiamo lavorato (Beyrouth, Saida, Nabatiyeh) non ci sono truppe delle Nazioni Unite.

 

 

Certamente la presenza italiana che si “sente” di più è quella della nostra Cooperazione, guidata dall’ottimo Rosario Sapienza, che abbiamo incontrato in un meeting al municipio di Saida.

 

Il seminario a cui ha partecipato, che ha visto il sostegno della Commissione Europea e la partecipazione di delegazioni di 8 paese dell’euro-med, aveva come obiettivo prioritario il lancio di una campagna informativa euro mediterranea sui temi della  partecipazione e della cittadinanza attiva. Che bilancio trai da questa esperienza? Si è trattato di una concretizzazione esemplare della strategia nota come “processo di Barcellona”, in particolare per ciò che riguarda l’obiettivo culturale, ossia la creazione di un scambio intenso e costante fra le società civili dei paesi del bacino del Mediterraneo per promuovere la conoscenza e il rispetto delle culture reciproche, con particolare riguardo ai diritti civili e politici. Come sai, il 2008 è l’anno europeo del dialogo interculturale e questo seminario era stato incluso dalla fondazione Anna Lindh tra le 1001 azioni per il dialogo: una garanzia in questo senso. Tra l’altro il livello dei membri delle delegazioni e degli invitati ai lavori è stato altissimo: oltre al capo della Cooperazione italiana, l’ambasciatore belga in Libano Johan Verkammen, i sindaci di Saida e Nabatiyeh, Nada Lahoud  responsabile di Unicef Libano, il preside della struttura educativa di Amal a Toul Hassan Hamdan, vari professori universitari. Personalmente, gli interventi che ho amato di più sono stati quello di Marie El Debis, una insegnante tra le fondatrici della Lega dei diritti delle donne in Libano, e quello di Nasri El Sayegh, un giornalista e scrittore libanese fondatore della “Casa della Laicità”. Due persone che quotidianamente si battono per un Libano migliore, con maggiori opportunità per tutti, con diritti effettivi per tutti. Due veri cittadini attivi, per usare un’espressione a noi cara. 

 

Nei documenti preparatori del seminario e’ chiaramente indicata la volontà di incentivare il sostegno delle organizzazioni giovanili ai processi democratici in Libano. Quale pensi siano le reali possibilità di intervento delle realtà giovanili europee e in con quali strategie? Io credo che la chiave di tutto sia nella effettiva volontà dell’Europa, della Commissione Europea e delle tante realtà associative europee di incidere seriamente nella ricostruzione civile, sociale, morale e culturale delle giovani generazioni libanesi. Non è solo questione di denaro, ma se in un anno si approvano solo 3 progetti euromed in tutto il Libano, certo non è un segnale positivo. Poi resta la realtà delle tante ONG italiane e non solo che fanno degli splendidi interventi di cooperazione, anche se quasi nessuno sui temi della formazione e della multiculturalità. E il processo democratico in Libano non ha bisogno, a mio avviso, di sostegno dichiarato a parole, ma di pratica democratica, di dialogo, di condivisione di buone pratiche. E non è semplice, ne scontato. Faccio solo un esempio che mi pare indicativo: nel corso dei tanti incontri abbiamo conosciuto anche gli Scout islamici vicini al partito Amal, un gruppo di giovani piuttosto “inquadrati”. Penso che nel rapporto con queste realtà sia inutile, anzi dannosa, sia la condanna preventiva (tipo “sono terroristi, nessun rapporto”) sia l’appoggio aprioristico di qualsivoglia tipo (politico o umanitario). Ci vogliono capacità di ascoltare e serenità di analisi, e tanto networking. Perché è nell’isolamento e nell’indifferenza che le posizioni, spesso, si radicalizzano. 

 

pigna1.jpgIl seminario organizzato dalla Associazione “Kameh” è una delle tante occasioni che consentono a molteplici realtà associative di tanti ambiti territoriali differenti di incontrarsi e condividere esperienze e metodologie. Pensi che ce ne saranno altri? Che ruolo giocherà Amesci in questo campo? Credo che questo seminario sia stato “speciale”, perché il Sud del Libano non è esattamente il primo posto che verrebbe in mente a chi pensasse di mettere in piedi una attività Euromed. Basterebbe guardare il sito del Ministero degli Esteri “Viaggiare sicuri” alla voce Libano:dice “ assolutamente sconsigliata qualsiasi attività che non sia indispensabile”! Va dato atto che il lavoro dell’associazione libanese che ci ha ospitati, in particolare della Presidente Imane Traboulsy e del suo staff, è stato veramente prezioso ed impeccabile. Sul piano metodologico poi, c’era la certezza di una buona riuscita: coordinatore delle attività del seminario era Francesco Mollace,  calabrese, presidente dell’associazione Civitas Solis e portavoce del Forum del Terzo Settore della Locride, a mio avviso tra i maggiori esperti europei in tema di formazione non formale ed attività interculturali. (nella foto da destra Andrea Pignataro con Imane Traboulsie e Nasri El Sayeg)

 

Per Amesci, l’impegno che sento di prendere è che le nostre attività internazionali saranno incrementate: da poche settimane siamo organizzazione accreditata in invio, in accoglienza ed in coordinamento per il Servizio Volontario Europeo e abbiamo già presentato alcuni progetti di scambi giovanili e di corsi di formazione in ambito europeo ed euro mediterraneo.