Arteteca: un vulcano di idee e progetti alle pendici del Vesuvio

di Anna Laudati

Nei nostri progetti sono stati coinvolti “circa mille giovani, con una media di duecento all’anno, di cui circa il 10% fuori regione e un 2% estero. Intervista a Luca Borriello, giovane ideatore e presidente, e non solo, di Arteteca … (di Anna Laudati)

luca_borriello_ok.jpgChi è Luca Borriello?  Mi sono laureato sei anni fa in Conservazione dei Beni Culturali, con una ricerca in Antropologia culturale e Storia dell’arte contemporanea sull’evoluzione delle forme alfabetiche d’Occidente. Ho quindi collaborato (e con alcune di esse ancora collaboro) con le cattedre di Teoria e tecniche della comunicazione di massa, Antropologia culturale, Tecniche della comunicazione pubblicitaria, Storia della radio e della televisione e Fenomenologia delle trasformazioni culturali. Ho svolto varie consulenze tra Ministero degli Esteri, Enti locali ed aziende, sempre nell’ambito culturale ed artistico e della creatività e comunicazione.

Ho quindi fondato, insieme ad amici, l’associazione Arteteca, di cui attualmente sono presidente. Ne sono così venute fuori la direzione generale di Exposito, il coordinamento di Stare nel mezzo, la presidenza di Mediaterraneum e la direzione di Inward. Fuori Arteteca, relazioni generali per Mentoring Usa/Italia, una Onlus collegata all’ex governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo, e la responsabilità del Dipartimento creatività giovanili di Amesci. È in scadenza la mia presidenza della Gioventù Federalista Europea di Napoli. Attualmente, sono dottorando borsista in Conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, presso la Scuola Superiore ISUFI dell’Università del Salento. In definitiva, mi occupo di ricerca e management in ambito culturale.

Come e quando nasce Arteteca? Arteteca nasce nell’aprile del 2004, dall’incontro di alcuni amici attivi in ambiti diversificati della produzione culturale – dalla musica all’arte, dalla comunicazione agli audiovisivi – e si formalizza proprio con l’intento di tenere fede a tale molteplicità di interessi, segmentando al suo interno sviluppi e canali, creando i Gruppi di Scopo e promuovendo così l’interdisciplinarietà ed il raccordo armonico tra le parti. I Gruppi di Scopo hanno dunque la missione specifica di attrarre, canalizzare e valorizzare giovani talenti secondo i loro interessi e in funzione delle loro competenze tecniche ed ambizioni culturali.

Quanti giovani avete coinvolto nei vostri progetti? A parte la possibilità collaborativa offerta in questi pochi anni a quasi cento giovani, se non consideriamo i giovani spettatori delle nostre attività, ma i beneficiari e solo la viva partecipazione, direi che siamo a mille giovani circa, con una media di duecento all’anno, di cui circa il 10% fuori regione e un 2% estero.

L'evoluzione dell'associazione? Siamo partiti in otto associati da Napoli, poi abbiamo sfiorato i cento, operando stabilmente anche a Milano, Roma, Salerno, Matera, etc. Ed allora le passioni per la musica, l’arte, la comunicazione o gli audiovisivi si sono trasformate in prestazioni d’opera ed erogazione di servizi culturali, ad esempio mutando in ingegneria del suono, curatela d’arte internazionale, creatività integrata, produzioni documentaristiche. Quando uno dei Gruppi di Scopo matura crediti produttivi, esterna una relativa Piattaforma di Progetto, come ad esempio un osservatorio sui giovani artisti o sui creativi urbani, una mediateca mediterranea, un coordinamento di video documentari sulle identità territoriali, e così via.

Quanti sono i partner e in che modo vengono coinvolti o vi coinvolgono? Ad oggi, quasi cento sono i soggetti pubblici o privati che ci hanno finanziato, il contatto con i quali avviene regolarmente per nostra presentazione di progetto o per loro conferimento di incarico. Ripetute o strutturate sono le relazioni con alcuni di essi, come Ministero dei Beni e Attività Culturali, YAP Youth Action for Peace, Mentoring Usa/Italia – Onlus, Amesci, Consolato Onorario della Repubblica d’Albania a Napoli, Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero, GFE Gioventù Federalista Europea, Provincia di Napoli, MCF Masseria Culturale Fortificata, SAE Italia International Technology College S.r.l., Regione Campania e via elencando.

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Arte e creatività. Un mondo di giovani? Quali le esperienze più significative e coinvolgenti? Generare con la mediateca stabiese Mediaterraneum tutte le potenzialità di un centro di socialità giovanile è di certo soddisfacente, tanto che anche LA7 vi ha voluto girare una puntata di un programma propriamente attento alle problematiche giovanili di inserimento sociale. Tra i programmi di Exposito, c’è il ciclo Interview, grazie al quale giovani artisti anzitutto stranieri fanno lezione ai giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti e degli Istituti universitari napoletani, per un confronto tra pari sulle potenzialità espressive della creatività nei circuiti dell’arte internazionale, verso cui gli allievi stessi o gli studenti d’arte sperano di potersi proiettare. Nel progetto artistico Kaleidos commissionatoci dalla Regione Puglia per la Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, abbiamo inserito quasi cinquanta giovani street artisti – categoria non visibilissima entro i sistemi tradizionali dell’arte eppure da noi valorizzata – a dipingere in una manifestazione che ha registrato la partecipazione di più di settecento giovani artisti dell’Euromed. Il nostro gruppo dedicato all’architettura ed al design, Embater, che conta diversi studenti della Federico II, ha realizzato C’Assettamme?!, performance situazionista creata per “protestare” contro l’assenza di panchine nel cortile della Facoltà di Architettura della Federico II: molti studenti hanno fatto irruzione nel cortile, improvvisando delle sedute utilizzando cassette di plastica per il trasporto delle bottiglie di latte. La performance ha avuto risalto mediatico, è stata apprezzata dagli studenti, dai docenti e da un gran numero di giovani e affermati professionisti ma, soprattutto, dal prof. Benedetto Gravagnuolo, allora Preside della Facoltà, che si è personalmente impegnato per far installare le panchine necessarie in due mesi circa. Creativamente e concretamente, insomma, dai giovani per i giovani.

 

Quale il progetto più recente e quale il primo, se lo ricorda? La nostra primissima attività, a pochi giorni dalla fondazione di Arteteca, è stata distribuita in contemporanea su più fronti. Intanto che giravamo l’Italia, per un progetto sulle discipline espressive della street culture, per la Regione Campania abbiamo prodotto il primo progetto italiano di riqualificazione delle stazioni da parte di writers, sulla linea della Circumvesuviana, con Ansaldo Breda e la direzione artistica di Achille Bonito Oliva; intanto, una volta a settimana avevamo un corso in una scuola e tutti i sabato mattina lezioni al Suor Orsola Benincasa per Scienze della Comunicazione; per rilassarci lavoravamo per Slow Food a Città della Scienza, proprio dove negli stessi giorni abbiamo organizzato un concerto internazionale, firmando i primi contratti di ingaggio con gli Usa. L’ultimissimo progetto si chiama “My personal bridge” ed è un’operazione artistica che abbiamo prodotto come Exposito, finanziata dall’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero: un’analisi socio-economica della comunità di pescatori del ponte di Galata, ad Istanbul, comunicata all’attenzione del pubblico sottoforma di opera d’arte e con la produzione di un’installazione per lo stesso ponte, presentati in anteprima a Procida durante la summer school “L’impresa culturale nel Mediterraneo” e poi a Palazzo San Giacomo, prima di partire alla volta della Turchia, in accordo con il nostro partner locale Platform Garanti.

 

Progetti futuri? L’idea principale e più sentita da tutti i soci è sicuramente quella di dare a tutto ciò una sede operativa, che permetta il migliore funzionamento di ogni attività e la stabilizzazione delle Piattaforme di Progetto, anche e soprattutto per poter attrarre risorse utili a reclutare nuovi operatori culturali, da impiegare su tutti i nostri canali, che sono vivamente in espansione. Ad esempio, stiamo proiettando Exposito oltre la Campania, su Lazio, Sicilia e Puglia, stringendo accordi con gli organi diplomatici per le residenze artistiche internazionali e le missioni d’arte; Inward ha appena coprodotto la ristampa di “Style”, il più importante testo al mondo sulla nascita del writing, e sta cumulando le adesioni degli enti pubblici; Mediaterraneum, perfettamente operativa, si sta aprendo a partenariati importanti e sta strutturando il suo comitato scientifico; Stare nel mezzo, come atlante audiovisivo delle identità territoriali, viaggia oltre la dozzina di Comuni finanziatori e desidera rendersi strumento sperimentale di promozione del territorio, tra l’altro proiettandosi in Basilicata, dove Arteteca ha appena firmato un accordo con il progetto Masseria Culturale Fortificata, gestito da Michele Russo, cugino di Francis Ford Coppola e Nicolas Cage, i quali supportano il Centro sperimentale per le arti visive che lì si sta determinando. Poi con YAP stringeremo un accordo per lo sviluppo interregionale dei Campi di volontariato internazionale per il sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. E abbiamo in corso anche delle piccole “grandi opere”, ma questo è un discorso a parte.