"I ladri di carrozzelle". 'La musica e' un linguaggio universale, non guarda in faccia a nessuno'

di Anna Laudati

Quando la diversità diventa una risorsa in progresso. Intervista ai componenti del gruppo musicale "I ladri di Carrozzelle" (di Gianfranco Mingione

i_ladri_di_carrozzelle.jpgIn un anno storico, fatto di muri che cadono e realtà che si evolvono. In un quartiere popolare di Roma, nascono "I ladri di carrozzelle". E’ 1989 quando Paolo Falessi, chitarrista del gruppo, conosce alcuni ragazzi in carrozzina, assieme ai quali darà vita ad una realtà musicale unica nel panorama artistico italiano. Ma perché unica? La parola a Paolo Falessi, Emanuel e Domenico con i quale ci addentreremo nella storia di questa formazione artistica in continuo cambiamento. Siamo nell’anno della caduta del muro, il 1989. In vacanza di solito nascono amori e tradimenti. Come è nata l’idea di questo gruppo a Paolo Falessi durante l'estate romagnola?

Paolo: L'idea non nasce solo a Paolo, ma a Paolo e alcuni suoi amici che ha conosciuto in vacanza e con lui condividono l'amore per la musica. E' come l'inizio di qualunque gruppo musicale, solo che c'è una particolarità: di 10 musicisti, 8 sono costretti in carrozzina da una malattia genetica progressiva, la distrofia muscolare. 

Sul web diversi siti e blog parlano di voi, dei vostri concerti e delle emozioni che trasmettete, da veri musicisti, quando salite sul palco. Cos’è per voi la musica?

Emanuel: Energia pura che doni e ricevi.  

Fra i vari siti sul web, mi ha colpito la pagina dedicata al gruppo pubblicata nella famosa enciclopedia fatta dal basso, Wikipedia. Perché “quella dei Ladri di Carrozzelle è una realtà unica?”

Paolo: lo è per tanti motivi, intanto esiste da venti anni e non è poco, ha visto alternarsi nella stessa formazione più di trenta musicisti in carrozzina e non, propone spettacoli divertenti e allo stesso tempo pieni di contenuti e spunti di riflessione. Ma soprattutto è un gruppo permeato di ottimismo ad oltranza altrimenti non avrebbe potuto avere vita così lunga. 

Cos'è una barriera per voi e come la musica riesce ad abbattere, soprattutto, le barriere invisibili?

Domenico: è uno stimolo per superare i proprio limiti, perchè la musica è un linguaggio universale che non guarda in faccia nessuno, o sei bravo o sei scarso, handicap o non handicap. 

Suonando in giro per l’Italia e sostenendo molte date all’anno, riscontrate ancora problemi di accessibilità ai luoghi dell’esibizione artistica?

Paolo, Emanuele e Domenico: Moltissimi, la cosa più emblematica è che quando ristrutturano i teatri e li rendono accessibili lo sono sempre in sala e quasi mai sul palco. Ad esempio la sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, progettata dal grande Renzo Piano, non è accessibile sul palco: ci abbiamo suonato due volte e tutte e due le volte hanno portato le pedane che servono per far salire i trattori sul camion.

torvajanica_023.jpgCome passano I Ladri una giornata tipo da tour. Quando è iniziato il vostro successo?

Paolo, Emanuele e Domenico: Furgone, viaggio, sosta, viaggio, albergo, palco, prove, cena, concerto, dopocena, albergo e grossa dormita! Il nostro successo è iniziato il giorno che ci siamo incontrati, la vita di ognuno ha preso una strada tanto imprevedibile quanto ricca di soddisfazioni.

Quale è stato il concerto, l’evento musicale più emozionante al quale avete partecipato?

Paolo: Sicuramente il primo concerto a piazza San Giovanni il primo maggio del 1995. L'emozione è stata così forte che io non sentivo le dita delle mani e scesi dal palco. Nessuno dei componenti della band è riuscito a parlare per un quarto d'ora.

Chi sono i componenti della band oggi? Quale è la loro età media? 

Paolo, Emanuele e Domenico: Questa è la cosa più difficile da dire. La formazione cambia da un minimo di sei ad un massimo di dieci, l'età media è sui 30 anni ma l'entusiasmo è lo stesso di 20 anni fa. I "nuovi acquisti" hanno portato sempre una ventata di aria nuova.

La vostra band è fatta di musicisti che, a causa anche di problemi legati ad altri impegni e alla malattia, cambiano spesso. Potete definirvi una delle poche band in ‘progress’?

Paolo, Emanuele e Domenico: Lo siamo sicuramente e questa è un'altra sfida che speriamo di vincere sempre, fare si che le diversità all'interno della band non siano un problema ma diventino una risorsa.

Quali sono i vostri progetti futuri? Come sta andando l'ultimo cd? I progetti sono molteplici: stiamo scrivendo una serie di spettacoli tematici che vogliamo portare in giro per le scuole e i teatri in tutta Italia. Abbiamo già scritto 4 spettacoli sui seguenti temi: disabilità, dal titolo quello che non t'aspetti; discriminazioni: dal titolo diversi da chi; non violenza dal titolo Rock non war; ambiente dal titolo world in progress. Contemporaneamente stiamo scrivendo nuovi pezzi e provando nuovi musicisti, insomma il da fare non manca.

Per chi volesse conoscere le date e la biografia musicale del gruppo si può visitare il sito dei Ladri di Carrozzelle www.ladri.com