L’Agenzia Nazionale Giovani è senza Direttore da quattro mesi, perché? Intervista all’On. Narduolo.

di Katia Tulipano

L’Agenzia Nazionale Giovani (ANG) è un ente di diritto pubblico, vigilata dal Governo italiano e dalla Commissione Europea, creata per gestire, nel nostro Paese, il programma comunitario “Gioventù in Azione”.(Katia Tulipano - @TulliKatia)

Narduolo_Giulia

Compito dell’Agenzia è promuovere la cittadinanza attiva dei giovani in ambito nazionale ed europeo, la solidarietà e l’integrazione culturale, la mobilità transnazionale, il sostegno alle organizzazioni e alle politiche nel settore della gioventù. Dallo scorso Luglio quest’ente è privo del suo “organo decisionale”. Gli Onorevoli Fausto Raciti (PD) e Giulia Narduolo (PD ) hanno presentato nei giorni scorsi alla Camera un’interrogazione parlamentare per sollecitare il Governo in merito. ServizioCivileMagazine ha intervistato l’On. Narduolo.

 

Quanto è grave l’assenza del direttore generale dell’ANG?
Sono ormai 4 mesi, precisamente dal 29 luglio, da quando l’ultimo Direttore Paolo Di Caro è stato sollevato dall’incarico, che l’Agenzia Nazionale Giovani è di fatto priva del suo organo decisionale.
Una vacatio che ha determinato un rallentamento delle attività dell’Agenzia, peraltro proprio in vista della scadenza del programma “Gioventù in Azione” e dell’avvio del nuovo programma europeo “Erasmus plus”. La situazione determinatasi si traduce in un grave disservizio, ossia l’impossibilità per l’Agenzia di stipulare i contratti, in assenza di potere di firma, relativi all’avvio dei progetti già approvati e per i quali sono state stanziate, dunque già disponibili, le risorse economiche europee. Ciò che dobbiamo assolutamente scongiurare è la perdita dei finanziamenti europei che, nel perdurare di questa situazione di stallo, potrebbero addirittura ritornare al mittente.

Un’ulteriore penalizzazione per i giovani italiani?
L’Italia è quasi sempre in ritardo rispetto agli altri paesi Europei nell’andare a prendere i fondi che le spettano. Ciò riguarda non soltanto le misure per i giovani, ma tutti gli ambiti e le diverse categorie economiche. Pensare che ci sono milioni di euro lasciati lì e che potrebbero far ripartire la “macchina Italia” lo considero un “delitto”. Do solo un dato: nonostante la crisi, l'Italia è riuscita a spendere solo il 60% delle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea nel corso del 2013. La formazione delle giovani generazioni passa necessariamente anche da qui: è necessario che i ragazzi siano più consapevoli degli strumenti che l’Europa mette loro a disposizione e imparino a padroneggiarli.

Il ritardo nella nomina del Direttore dell’ANG rappresenta un segnale negativo da parte di un Governo che ha fatto dei giovani il pilastro del proprio programma di lavoro.
E’ un segnale negativo, si, ma che viene da un Governo che dopo anni ha riportato l’attenzione sui giovani: finalmente si comincia a mettere i giovani al centro di qualsiasi discorso. Ci rendiamo conto che il Ministro Kyenge, competente in materia, non sia stata assolutamente con le mani in mano in questi mesi: basti pensare all’emergenza dell’immigrazione clandestina che ha interessato le nostre coste.
E’ questo il motivo dell’interrogazione parlamentare che abbiamo presentato ieri: evidenziare un problema, risolvibile in tempi celeri, ad un Governo che ha tutta l’intenzione di farlo.

A proposito di strumenti di partecipazione giovanile, Lei è in prima linea nella difesa del Servizio Civile Nazionale: a luglio hai presentato un’interrogazione parlamentare insieme all’On. Francesca Bonomo per chiedere al Governo chiarimenti sulle misure che intende attuare per salvarlo. Qual è la situazione attuale?
Nella Legge di Stabilità ora in discussione in Senato sono stati inseriti dei fondi aggiuntivi che portano il Fondo Nazionale a 105 milione di euro. E’ un primo importante risultato per noi. Tuttavia permane il problema per gli anni successivi: la nostra battaglia è garantire che il Fondo non “dimagrisca” ulteriormente, ma anzi venga rimpinguato.
Secondo obiettivo cui miriamo è una riforma sistemica del SCN.
C’è urgenza di mettere mano alla legge istitutiva di questo importante Istituto repubblicano. Non possiamo assistere, ogni volta che viene pubblicato il bando, ad una logorante dialettica che vede contrapposti i giovani stranieri residenti in Italia avverso, per altro giuridicamente, lo Stato italiano costretto ad escluderli a causa di una legge oramai vecchia. Né si può aprire l’esperienza del servizio civile agli stranieri con una semplice, quanto illegittima, modifica dei requisiti di ammissione  previsti dal bando. Il servizio civile nazionale va riformato in Parlamento. Anche per questo è necessario che il Governo rimanga in vita.