La chiamano precarietà, la nuova frontiera del lavoro e della vita nel XXI secolo
Giovani eccellenze costrette ad andare via dalla propria regione per trovare un lavoro, e poi per cosa? Per lavorare tre, quattro, sei mesi, non avere nemmeno il tempo di imparare ciò che si fa e poi cambiare ambiente, lavoro, colleghi, ricominciare da capo. “Non è il lavoro che mi stanca, ma la precarietà” è la frase di un giovane che ha lasciato la famiglia ...........
......... per trasferirsi al nord Italia e vivere lontano da casa, dagli amici, dagli affetti di una vita, e poi per cosa? Per ritrovarsi a fare l’operaio metalmeccanico per 6 mesi, per altri tre l’impiegato nelle poste, e poi altri sei mesi il commesso in un supermercato. Ma è vita questa? Si, è vero “non esiste più il posto fisso”, come ci ripetono gli “adulti”, ma i giovani hanno voglia e bisogno di costruirsi un futuro, di mettere le basi per la propria vita da “adulti”.
Nella situazione attuale un giovane non può nemmeno accedere al finanziamento per acquistare un’auto nuova, per non parlare poi dei mutui per l’acquisto di una casa o degli affitti. Oggi, paradossalmente, entrare nel mondo del lavoro è difficile soprattutto per i giovani più qualificati, mandare curriculum e non ricevere mai risposta, frequentare stage o master che non portano a nulla è frustrante oltre che avvilente. Perciò in molti sono disposti a scendere a compromessi.
Qualcuno è convinto che tutti abbiamo un prezzo ma c’è anche chi, al contrario, ritiene che si debba salvaguardare la propria dignità a qualunque costo, ma il registro cambia soprattutto se i giovani in questione sono donne.Per me è stato terribile non tanto per la questione economica, ma per il disagio psicologico” è solo uno dei racconti di tante donne che vivono questa situazione.
“Sono dirigente di un’impresa. Molte donne si offrono sessualmente pur di ottenere un aumento di stipendio, fare un salto di qualità o assicurarsi il posto di lavoro a tempo indeterminato. Mi fanno tenerezza, ma le compatisco”, è il racconto di uno dei tanti imprenditori che ogni giorno fa i conti con questa realtà.
Però noi giovani non ci arrendiamo e prendendo esempio dai così detti “cervelli in fuga” ci rivolgiamo al blog per i fuoriclasse italiani nel mondo: http://www.cervelliinfuga.com/, piazza telematica dei talenti da esportazione. Tra i fuggitivi aiutiamoci così.