Renato Rocco, giornalista. Le strade della cronaca nera della città partenope
E' recentissima la notizia della consegna della sala stampa nel Tribunale di Napoli ai giornalisti. Cosa rappresenta per voi l'assegnazione di questa sala, la terza in ordine di tempo? Un fatto molto importante che consentirà ai cronisti di avere una sistemazione adeguata per svolgere al meglio il proprio lavoro, attualmente e da anni, effettuato in una condizione, a dir poco, precaria.
La cronaca a Napoli e giornalisti. Quanti siete su Napoli e quanti se ci sono, i giovani giornalisti partenopei che inseguono il mito dei grandi cronisti italiani? Negli ultimi anni, con l’apertura di televisioni, di giornali (molti di limitata tiratura), di radio, di siti web c’è stato un aumento inarrestabile di giovani che si sono avvicinati al nostro mestiere. Non mi risulta che al momento ci siano dei” miti” da inseguire. L’importante è svolgere il nostro lavoro con impegno, con rispetto della deontologia e dell’etica necessari per essere un buon cronista.
Cosa consiglia ad un giovane che aspira a diventare un cronista? Meglio i master e l'Università o la pratica? Per chi si avvicina a questo nostro complesso mondo suggerirei la strada: si fa esperienza, si prendono notizie. I master, le scuole di giornalismo potrebbero essere un approccio valido potendo contare su tutor preparati. Ripeto, per me che vengo dalla strada, che non ho ancora abbandonato, la vera gavetta è solo, appunto, la strada; oltre alla fortuna di incontrare colleghi, con esperienza, nelle redazioni che ti sappiano stimolare e spiegare come valutare una notizia.
ibertà di Stampa. "Liberi di informare, liberi di sapere". Di cosa si tratta? Di rendere noto ai cittadini quanto accade nelle loro realtà, di portare in superficie situazioni che invece potrebbero essere “sommerse” dal potere.