Trip Filosofico: incontri di filosofia 'accessibile' al "Trip" di Napoli

di Anna Laudati

Lezioni di società contemporanea a Napoli. Intervista al giovane filosofo partenopeo Tommaso Ariemma – “Mi sento un sopravvissuto” (di Giuseppina Ascione)

 

tripfilosofico.jpgE’ possibile parlare di Filosofia nel XXI secolo? Cosa può ancora dirci la filosofia nell’epoca consumistica in cui viviamo? I giovani possono ancora intraprendere tali studi? Lo abbiamo chiesto a Tommaso Ariemma, giovane studioso di Filosofia che oltre a pubblicare numerosi articoli e opere, da tre anni organizza incontri al Trip (via Martucci 64, Napoli). Incontri per discutere di filosofia a partire da temi che riguardano la società contemporanea. Per saperne di più sul suo Trip Filosofico e sulle altre iniziative portate avanti da Tommaso, potete visitare il suo blog arienma.wordpress.com.

Cosa vuol dire nel terzo millennio essere un giovane studioso di Filosofia? Sicuramente vuol dire essere una specie sopravvissuto. Alle passioni tristi che dominando il nostro presente, innanzitutto.  

 

Il tuo “Trip Filosofico” è giunto alla sua terza edizione, riscuotendo sempre un discreto successo, ma cosa ti a spinto a divulgare tali temi in un modo così accessibile e fruibile a tutti? Anche se è accessibile a tutti (la fascia di età va dai 16 ai 70 anni), il mio “Trip Filosofico” non ha, in verità, un intento divulgativo, ma di autentica ricerca filosofica. Credo, infatti, che la vera filosofia debba ritrovare e riappropriarsi delle cose comuni, ovvero della “genericità”, che non ha alcuna valenza negativa. Generico è ciò che riguarda ognuno di noi, che tocca tutti. Oggi la genericità e schiava dei poteri dominanti, che attraverso i media, come la televisione, orientano il pensiero comune. Al contrario dei saperi accademici, solo la filosofia che ritrova la città viva e le persone che la abitano può intervenire in quest’orientamento.  

 

Dovendo fare un bilancio di questi tre anni, cosa diresti? Grazie alla Carlo Rendano Association, che ha promosso la mia iniziativa nel suo locale “Trip” (da qui anche il senso del “Trip filosofico”),  i miei incontri (il secondo e l’ultimo sabato di ogni mese, da gennaio ad aprile, sempre alle 18) funzionano come un vero e proprio laboratorio di ricerca, dove la mia funzione è di lanciare delle ipotesi su cui lavoro, per vedere i pensieri che generano. In questo il Trip filosofico si differenza dai vari caffè filosofici e altro. Da ogni edizione ricavo un libro: dalla prima edizione è stato pubblicato Il senso del nudo e dalla seconda uscirà ad aprile L’estensione dell’anima. Origine e senso della pittura, presso l’editore Ombre Corte di Verona. Un bilancio più che positivo, come vedi.  

 

Una società arida come la nostra, quali spunti filosofici può ancora dare secondo te? Ho sempre creduto che ogni pensiero non cerchi altro, in fondo, che la felicità. Una società come la nostra, per questo motivo, da molto da pensare.  

 

Se dovessi calare un filosofo del passato nel nostro tempo, ha chi penseresti e perché? Ovviamente a Platone, l’unico che saprebbe insegnarci a fare filosofia parlando con chiunque.  

Consiglieresti ad un giovane appena diplomato di intraprendere studi di filosofia? La nostra società ha bisogno di nuovi pensieri comuni per cambiare. Abbiamo bisogno del coraggio di veri filosofi, più che di ingegneri.