Ragazzo italo-etiope aggredito a Napoli
«Le ferite al volto fanno molto meno male di quelle che ho dentro». Ha commentato così la sua aggressione Marco Beyenne, lo studente italo-etiope di 22 anni aggredito la settimana scorsa a Napoli da due balordi che gli hanno rivolto insulti razzisti e lo hanno picchiato in viso con una cintura. Un episodio di violenza che ha sollevato interrogativi e polemiche in una città come Napoli spesso teatro di agguati di camorra, una città piena di contraddizioni, sporcata suo malgrado dal sangue ma che non sa e non vuole riconoscersi nella voce di sbandati che urlano "negro di m...".
La testimonianza di Marco, residente a Capaccio (Salerno) e iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell'Orientale, è servita a ricostruire gli attimi drammatici dell’aggressione avvenuta verso le due del mattino del 6 marzo: “Ero in compagnia di un amico, anche lui studente come me – ha raccontato dopo aver sporto denuncia - stavamo facendo una passeggiata in piazza del Gesù e volevamo andare a bere qualcosa in un locale molto frequentato dagli studenti, specie il giovedì notte. All'uscita dal locale, due persone si sono avvicinate e mi hanno chiesto cosa volessi. Non ho avuto neppure il tempo di rispondere, che uno dei due, con il capo rasato, ha tirato fuori una cintura e ha cominciato a colpirmi al volto con una ferocia inaudita, mentre gridava frasi del tipo "negro di m..."».
Denunciano la violenza compiuta da individui che secondo loro si sentono legittimati a usare la “forza” a causa di un clima di generale intolleranza che da un po’ serpeggia in Italia.
“Nelle vene della nostra città c’è un sangue meticcio…il razzismo , la xenofobia, l'omofobia non sono bene accette e quindi per noi meritano l'espulsione da ogni vicolo, da ogni strada e da ogni quartiere di Napoli”. Si legge nel comunicato stampa diffuso in occasione della manifestazione, che vuole essere, secondo quanto hanno affermato gli organizzatori, una prima iniziativa in vista di altre occasioni di confronto nei quartieri del Centro storico “contro il razzismo, la xenofobia, la propaganda avvelenata, la logica della ronda, legalizzata o apertamente squadrista che sia”.