Giovani e integrazione, Silvia Costa: “Senza competenze di cittadinanza si rischia un reale problema di inserimento”

di Redazione

L'On. Silvia Costa a Servizio Civile Magazine parla di Servizio Civile Europeo e dell'importanza delle competenze di cittadinanza nel processo di integrazione tra i popoli (Tommasina D'onofrio)

costa “I fatti di Parigi ci dimostrano che, senza un lavoro complessivo, che va fatto non solo sull'istruzione e sulla formazione, ma anche sull'integrazione, sul dialogo interculturale e interreligioso e sulle competenze che possiamo chiamare di cittadinanza, noi rischiamo di avere personalità non strutturate, e anche un problema reale di inserimento dei ragazzi” è quanto dichiara l’On. Silvia Costa a Servizio Civile Magazine a margine dell’incontro “Giovani per il Mezzogiorno”.

La presidente della Commissione Cultura e istruzione del Parlamento Europeo precisa che quello evidenziato è un aspetto estremo, ma in Europa il problema è quello di strutturare dei repertori confrontabili di competenze informali, acquisite nel mondo dell'associazionismo e in questo caso del servizio civile, o in senso più ampio nel volontariato. “Fra pochi mesi ci sarà un pacchetto di misure sulle soft skills, quindi su tutte le competenze e sappiamo che su questo ci sono anche delle scadenze entro le quali tutti gli stati membri dell’Unione, compresa l'Italia, devono adeguarsi sul repertorio delle competenze non formali. Perciò faccio un invito anche al Governo italiano ad adeguare i propri profili perché questo ormai fa parte con la stessa importanza dei curricula dei giovani e ne rafforza la spendibilità nel mondo del lavoro anche a livello internazionale”.

Nel suo intervento di chiusura della due giorni napoletana organizzata dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale la Costa ha rilanciato con forza il tema del Servizio Civile Europeo. “E' fondamentale perché, insieme al programma Erasmus plus, rappresenta uno dei due vettori per la costruzione di una cittadinanza europea. In secondo luogo ti dà il senso di una capacità più ampia di intervenire nelle situazioni di fragilità sociale o di sfida e quindi ti attrezza ad affrontare il lavoro di equipe, il problem solving, la capacità di fare strategie, al punto che io lo avrei reso obbligatorio in alternativa alla leva militare e secondo me ci si dovrà arrivare, per i ragazzi e le ragazze”.