Abruzzo 6 aprile 2009: la testimonianza di Lorenzo Cucchiarelli, giovane studente

di Anna Laudati

Lunedì, alle ore 3.32 del mattino, la terra ha tremato violentemente in Abruzzo. (di Gianfranco Mingione)

terremoto_aquilar375.jpgA svegliare i cittadini abruzzesi il 6 aprile scorso non è stata la luce dell’alba ma un forte terremoto verificatosi alle tre del mattino. Una forte scossa, di magnitudo 5,8 della scala Richter si è abbattuta in provincia de L’Aquila e nelle zone limitrofe. Ma il sisma si è avvertito a Roma, Napoli e persino a Foggia Difficile descrivere le sensazioni che si percepiscono quando si vive un evento del genere. E’ come se di colpo la terra non fosse il posto più certo, fermo, incrollabile: di colpo tutto trema, balla, si muove come in una vertigine profonda. Nel cuore della notte, poi, l’effetto è stato ancora più devastante.

Di seguito la testimonianza di Lorenzo Cucchiarelli, giovane studente.  

 

Dove ti trovavi quando si è verificata la scossa? Quando ho avvertito la prima scossa, verso le ore 21 di domenica 5 aprile, ero a casa di un mio amico ed abbiamo notato l’intensità abbastanza forte, del 4 grado della scala Richter. Sul momento non gli abbiamo dato molta importanza visto che da ormai quasi due settimane nel nostro territorio si verificano scosse del genere, di tale intensità e che non hanno causato danni agli edifici. Poi, mentre rientravo a casa, verso l’una di notte ho incontrato della gente per strada e giunto alla mia abitazione ne ho avvertita un’altra della stessa intensità. Ho deciso quindi di non andare a letto e di restare sveglio, pur rimanendo in casa. Quando mi sono deciso a riposare, con la speranza che la notte potesse trascorrere tranquilla, erano le 3.30 circa è la scossa, la più forte di tutte, si è scagliata contro L’Aquila. 

 

Cosa è successo? Che sensazione hai provato? Ha tremato tutto per parecchi secondi. Appena terminata la scossa mi sono messo le scarpe e sono sceso nel cortile antistante il mio palazzo per mettermi al sicuro con le altre persone del vicinato. Noi che viviamo nella città de L’Aquila siamo abituati alle scosse sismiche. Ma ci siamo resi conto che quanto stavamo vivendo era ben altro rispetto all’intensità delle scosse percepite nelle scorse settimane. Una scossa del genere la si vive ogni cento anni.  

 

Come rappresentante della sezione locale dell’Erasmus Student Network cosa hai pensato possa essere accaduto ai tuoi colleghi universitari che risiedevano allo studentato, in quel tragico momento? In questi giorni mi sono visto spesso con i ragazzi residenti allo studentato. Dopo la violenta scossa ho pensato subito a loro, soprattutto a coloro che vivevano nel centro storico della città, luogo in cui solitamente i giovani vivono e si raccolgono per uscire e fare aggregazione. Verso le 5 del mattino mi sono recato in centro ed è lì che ai miei occhi è apparso uno scenario apocalittico. L’alba non era ancora sorta e la maggior parte dei luoghi era veramente  irriconoscibile: solai, tetti e parti di muro di edifici crollati. Ormai il 90 per cento degli edifici presenti in centro storico sono stati irrimediabilmente danneggiati. Le Chiese hanno subito danni imponenti.

 

Come si è mossa la macchina organizzativa? Si è mossa con celerità. Carabinieri, protezione civile, militari e altri ancora si sono sin da subito attivati per mappare e rilevare, dopo il caos e lo scompiglio iniziale, cosa fosse accaduto alle persone e agli edifici maggiormente colpiti. Anche la mia associazione, l’Esn, si è subito mobilitata contattando e fornendo aiuto in tutti i modi possibili non solo agli studenti Erasmus presenti nel capoluogo ma anche verso tutta la popolazione colpita dal grave sisma. Ringrazio pertanto l’Esn nazionale proprio per questa disponibilità messa in campo.  “Le associazioni di volontariato o i singoli volontari interessati a mettersi a disposizione per l'emergenza terremoto che ha colpito l'Abruzzo possono contattare il Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara, telefonando allo 085 2057631” (fonte Ansa).