Preti del ventunesimo secolo. Molti abbandonano dopo pochi anni

di Anna Laudati
Sant’Agostino:  “Ama e fa ciò che vuoi” (di Veronica Centamore) 

preticarismaticiballano.jpgIl 3 maggio 2009 è stata festeggiata la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Stadi che costituiscono uno speciale dono divino, che si inserisce nel vasto progetto d’amore e di salvezza che Dio ha per l’intera umanità. Con la famosa  “chiamata” si ribadisce la peculiare attenzione con la quale Dio sceglie alcuni uomini perché seguano più da vicino, e applichino con più perseveranza indottrinando le genti, il suo Figlio Gesù Cristo diventandone ministri e suoi tramite più diretti.

Dagli apostoli in poi si sono aggiunti, nei secoli e fino a oggi, altri seguaci della dottrina cattolica che hanno cercato di applicare tali dettami. Ma è pur vero che ultimamente si registra una preoccupante carenza di presbiteri, soprattutto di persone che si “perdono” durante il cammino che sono stati chiamati a compiere e spesso non per motivi legati al Credo. Accettare la sua chiamata come un dono induce ad affidarsi a Lui con animo riconoscente. Se questo avviene, il "chiamato" abbandona volentieri tutto e ha inizio allora un fecondo dialogo tra Dio e l’uomo, un misterioso incontro tra l’amore del Signore che chiama e la libertà dell’uomo che nell’amore gli risponde. Il figlio di Dio è stato il primo esempio di totale abbandono alla volontà divina. Dopo di lui diversi uomini e donne hanno lasciato famiglia, possedimenti, ricchezze materiali e tutto quello che umanamente è desiderabile, per seguire Cristo. P

ersone queste votate al servizio delle categorie più deboli e bistrattate della società, ai malati, ai poveri e a quanti attraversando momenti difficili, chiedono l’aiuto di Dio (anche se non si dovrebbe fare soltanto in quei momenti, comunque…). Alcuni addirittura hanno pagato con la vita questa loro dedizione ma questo non fa molto notizia, la notizia è quando si rendono colpevoli di crimini assurdi (ma in fondo sono anche, semplicemente, degli uomini, bisognerebbe ricordarselo una volta tanto, ovviamente, questo non li assolve perché proprio da loro ci si aspettano esempi lodevoli ma l’essere umano è molto più complicato del previsto). Questi ministri di Dio sono delle testimonianze che devono ispirare i giovani nella scelta dello stile per condurre la loro vita. Nella capacità di dover spendere almeno una parte di essa verso chi ne ha più bisogno. Sarebbe pure la giustificazione più plausibile del nostro passaggio su questa terra.

E’ importante ricordare che l’iniziativa di seguire quel cammino è da sempre libera. Presuppone la scelta di adempiere a un certo modo di vivere, diverso dai canoni “normali-borghesi” ma sicuramente non indotto. Una risposta che accolga l’iniziativa d’amore del Signore e diventi per chi è chiamato un’esigenza morale. Castità, povertà e obbedienza. Ma talvolta, soprattutto la prima delle regole viene infranta, e lì, e il caso di dirlo: “Apriti cielo!”. A fare da apripista nella coscienza “televisiva” dei telespettatori italiani fu “Uccelli di Rovo” la miniserie che negli anni 80 sconvolte il pubblico italiano svelando uno dei tabù più cari al mondo cristiano e non: anche i preti possono amare oltre Dio (storia di un prete e una donna che diventano amanti).

In fondo cos’è un altro uomo se non una manifestazione dell’esistenza divina? Ma il sentimento, di natura  prettamente spirituale si può imbrigliare in una rete di dictat semplicemente umani? Alberto, sacerdote e religioso, priore. Dopo 11 anni di vita monastica, esemplare, ha conosciuto Elena, è nata una storia d'amore. Per questo ha provato, a dialogare con l'istituzione ecclesiastica, cercando di spiegare l'assurdità di un celibato vissuto come obbligo; e ha ribadito come l'amore per Dio e quello per una donna non siano in contraddizione. Nessuna possibilità di dialogo. Alberto ed Elena hanno rifiutato di mantenere segreta la loro relazione, di accettare quella che è divenuta, nella vita religiosa, una consuetudine tollerata, quando non apertamente suggerita: "Di nascosto si ruba e si uccide, non certo si ama", ha risposto Alberto. Il suo desiderio di amore si è quindi irrimediabilmente scontrato con la rigidità delle leggi ecclesiastiche. Ed Alberto, tra due opzioni inconciliabili, ha scelto Elena. Come se Dio fosse un’altra donna: “O me o lei”. Una rivale in amore e non una compagnia d’avere accanto durante un cammino di vita.

“Quando si ama si può peccare… quando si ama si fa quello che si pare… è l’unica limitazione di libertà che ci rende più liberi… E’ la mano di Dio sulla spalla dell’uomo” (Roberto Benigni). Intanto l'esodo continua: ogni anno le richieste di dispensa  dagli obblighi sacerdotali sarebbero circa 300. Novità, però, è un aumento considerevole del numero delle richieste di ex sacerdoti rimasti vedovi che chiedono di rientrare: in 30 anni sono stati 11.213 ad essere riammessi. Questo a dimostrazione del fatto che Dio accoglie sempre i suoi figli. 69 mila sacerdoti che dal 1964 al 2004, hanno lasciato il ministero. In media, l'abbandono avviene dopo 13 anni di sacerdozio e riguarda preti ordinati a 28 anni. La legge del celibato (istituita nel secondo millennio e solo per la Chiesa di rito latino) è stata interpretata in modo particolarmente rigido da Papa Wojtyla, che ordinò dopo la sua elezione una "stretta" nella concessione delle dispense, necessarie agli ex sacerdoti per contrarre matrimonio senza essere in peccato mortale. Le norme decise da Giovanni Paolo II sono ancora pienamente in vigore, ma la Chiesa di Benedetto XVI le applica oggi con maggiore indulgenza. Sono 50mila i sacerdoti sposati nel mondo. E 8mila quelli sposati in Italia.

Si parla di crisi della vocazione questo dato di fatto potrebbe creare delle speranze affinchè la chiesa cattolica si apra verso la possibilità dei matrimoni pure per i suoi adepti più diretti. Perché, poi, in fondo, dalle più antiche alle più recenti statistiche il motivo per cui questi “uomini” scelgono di abbandonare il sacerdozio, nella maggior parte dei casi, è sempre lo stesso: l’amore verso una donna. Una soluzione proposta? L'estensione delle stesse prerogative concesse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1980 ai ministri sposati della Chiesa Episcopale degli Usa, accolti nella piena comunione della Chiesa cattolica e ammessi come sposati al ministero presbiterale. Ma questa mera illusione non è durata tanto infatti in una riunione, Papa e capi dicastero hanno “riaffermato il valore della scelta del celibato sacerdotale secondo la tradizione cattolica”. Ma talvolta le motivazioni possono pure essere d’altro tipo: Un prete amato e sincero ha deciso di autosospendersi dal servizio di prete cattolico. 38 anni, prete dal '94, scrive: ''Ho atteso sette anni…Lo faccio perchè voglio bene alla Chiesa e perchè voglio bene a me stesso. Non mi sentirei più onesto nel celebrare messa recitando frasi e compiendo gesti in cui credo in modo diverso da come il catechismo ufficiale della Chiesa li propone. Continuerò a servirla così come potrò ma sempre senza compromettere la mia libertà e il rispetto della mia coscienza.

Sento invece che continuando a starci dentro come prete la userei soprattutto per il ruolo sociale e la posizione sicura che mi garantisce”.“Dopo una vita passata dentro la Chiesa ti ritrovi improvvisamente ad uscire, magari quando hai 40-50 anni e non è facile reinventarti” (Alberto) “Signore facci sbagliare, facci magari naufragare piuttosto che rinunciare ad intraprendere un viaggio verso l'ignoto, piuttosto che accontentarsi di cose di cui ormai non senti più la verità” (Drewermann citato da Alberto). “Non importa come, non importa l’abito, ciò che importa è quello che dai e la maniera in cui lo fai”