Il mestiere dell'attore. Intervista a Gil Ferrara

di Anna Laudati

Seconda ed ultima intervista dedicata alla professione dell’attore. Sotto i riflettori del palcoscenico, stavolta, c’è Gil Ferrara, giovane attore trentenne: “Una volta consapevoli tenete duro e divertitevi!" (di Gianfranco Mingione)

 

attore._tangramteatro.it.jpgGil quando nasce la tua passione per il teatro e il cinema? La passione per la recitazione è abbastanza giovane in me. Da piccolo ero un ballerino classico e moderno a livello dilettantistico:  creare movimenti ed energia sul palcoscenico era per me il momento della mia massima espressione spirituale e fisica. Poi per una serie di motivi, allora importanti, ho smesso di esprimermi con quella forma d’arte. Una volta terminati i tanto odiati anni del liceo, ho potuto ridare ascolto al mio bisogno di espressione spirituale e, lo ammetto, narcisistica, tramite il corpo. Abbandonandomi alle sensazioni, ho deciso di frequentare un corso di recitazione cinematografica a Roma. Allora avevo 20 anni, ero istintivo ed incosciente … la condizione perfetta o quasi per avvicinarsi ad una carriera artistica.

Come si diventa attori in Italia? Ci sono dei percorsi specifici? Grazie alle dritte del mio insegnante di recitazione, all’aiuto di una persona che lavorava in RAI e all’entrata in un’importante agenzia di attori, ho cominciato a fare i primi provini, soprattutto di pubblicità. Sinceramente, le agenzie - ne ho cambiate 4 in tutto - a parte mandarmi ogni tanto alla “lotteria dei provini”, e farsi una chiacchierata con me praticamente solo all’inizio della nostra collaborazione, non hanno fatto nient’altro.  Il concreto è arrivato lentamente grazie ai contatti fatti con gente del settore, con gli amici attori e gli annunci su carta e web. Comunque niente di che, solo tanti anni a vagare nel limbo degli infiniti attori italiani (sconosciuti) che ogni tanto conquistano un pezzetto di apparente gloria. La svolta è arrivata qualche tempo fa, durante uno degli infiniti lavori “comuni” che ho fatto per mantenermi, ho conosciuto una persona grazie alla quale ho cominciato a mettere in pratica la consapevolezza di dover creare qualcosa: mi sono gettato nella ideazione e produzione di un progetto cinematografico, sono riuscito a incrementare notevolmente le conoscenze nel settore e … il resto sta per avvenire. Non credo esistano dei percorsi predefiniti per diventare attori: basta seguire le proprie sensazioni e non averne paura. Quella che gli altri potrebbero definire incoscienza o pazzia, io preferisco chiamarla consapevolezza. E soprattutto, molta umiltà e poche arie d’artista.

 

Quale consiglio daresti ai giovani che vogliono avvicinarsi a questa forma d'arte? Si può vivere di arte? Vivere d’arte? Mmm…mmm… Si può vivere di cocktail d’arte, marketing, intelligenza, creatività e … una bella faccia da (si può dire?) … culo! Ah … per puro riferimento di tempo: oggi ho 30 anni. Una volta consapevoli tenete duro e divertitevi!