Dopo Facebook arriva Deathbook

di Anna Laudati
Lanciare messaggi dall’aldilà. Cosa ne pensano i giovani? (di Monica Scotti)

death20note20book20002.jpgDopo Facebook arriva Deathbook. Che il terzo millennio fosse iniziato all’insegna del trionfo della rete era una certezza e la psicosi collegata al Millennium Bug (il potenziale difetto informatico che avrebbe dovuto manifestarsi al cambio di data dalla mezzanotte del 31 dicembre 1999 al 1º gennaio 2000) non ha fatto che confermarlo. In dieci anni la possibilità di comunicare in tempo reale e attraverso le distanze è diventata una realtà consolidata tanto che alcuni dei traguardi tagliati dal progresso tecnologico superano persino le più rosee aspettative degli amanti del web.

E’ il caso dei social network come twitter e facebook (quest’ultimo  nato  in sordina nel 2004 nei ristretti ambienti universitari) che si sono diffusi al punto da rappresentare al tempo stesso una moda che influenza il modo di relazionarsi col prossimo e uno strumento per la diffusione di notizie, idee e immagini che superano così i confini nazionali e la censura, basti pensare al ruolo fondamentale svolto dai social network per la circolazione di informazioni relative ai disordini post-elettorali in Iran. La voglia di comunicare però non si ferma qui e non si ferma ai vivi. Sorprendentemente, infatti, arrivano dalla Gran Bretagna i cosiddetti servizi “deathbook”, ovvero una serie di siti internet che offrono agli utenti registrati la possibilità di inviare ai loro cari messaggi e informazioni importanti anche dopo la loro morte.

Auguri di compleanno, saluti in occasione di anniversari di nozze e simili, notizie su password per accedere a blog, e-mail, profili facebook , conti bancari del defunto, persino "testamenti digitali"(che non hanno però alcun valore legale), sono questi i servizi offerti da portali come lastmessagesclub.co.com, il sito inglese lanciato questo mese che permette di registrare video messaggi, messaggi vocali o scrivere mail da inviare al “momento opportuno”. Molte delle opzioni messe a disposizione degli internauti più previdenti sono, dunque, simili a quelle dei comuni social network, l’unica differenza è che la comunicazione inizia quando la vita finisce. Un’idea forse un po’ macabra ma che nasce con l’intenzione di aiutare parenti e amici a fare ordine nelle faccende del defunto dopo la sua morte. Per adesso l’età media di chi decide di usufruire di questi servizi è ovviamente abbastanza alta, se si è giovani difficilmente si pensa alla morte.

Tuttavia c’è chi è pronto a scommettere che la moda del deathbook conquisterà col tempo un pubblico sempre più “verde”. In internet la notizia ha preso a circolare e nei forum più disparati è iniziato il confronto fra i giovani, che, anche se in tono ironico, sembrano non disdegnare l’iniziativa: “In effetti questi portali usano meccanismi di comunicazione che noi ragazzi conosciamo bene” – commenta un internauta - “Io ho 20 anni, alla mia morte non penso quasi mai, ma l’idea di mandare messaggi ai miei cari anche dall’aldilà mi piace…ad alcuni di loro farei prendere un bel colpo!".