Vivere di musica. Viaggio nel mestiere del "paroliere"

di Anna Laudati
Per Domenica Borghese, giovane paroliere, "tutto è diventato troppo superficiale, estetico e commerciale" (di Gianfranco Mingione) 

musica_pentagramma.jpgNell'assistere ad una performance musicale dal vivo ci si chiede spesso se il cantante sia anche l'autore dei testi. Molte volte il cantante si limita ad eseguire il pezzo e a mettere in scena, con il suo carisma e la sua voce, delle parole in musica scritte da un'altra persona. Con Domenica Borghese, giovane artista siciliana, percorriamo il mondo del dietro le quinte del testo musicale. Scopriamo con lei l'importanza e le difficoltà dell'intraprendere il mestiere del paroliere.

Domenica. Quando e come nasce la tua passione per la musica? Ho sempre sentito la musica come una parte di me. Nello scrivere mi lascio guidare dall'improvvisazione. E' un percorso-processo difficile da spiegare. Il motivo principale del mio dedicarmi alla musica e alle sue parole nasce dal bisogno di esternare quello che ho dentro, di comunicare e di sfruttare la musica come mezzo di espressione per arrivare anche agli altri. Oguno di noi racchiude dentro di sè un universo di emozioni, sensazioni e creatività, e spesso i miei testi sono come delle preghiere moderne messe in musica. La musica è comunicazione, non è solo amore e passione che si prova per quello che si crea! Vivo da sempre il mio essere artista come un dono del Cielo. Ho studiato la musica da autodidatta ed ho abbandonato l'idea di comporre musica perchè ho capito che scrivere "l'anima" delle canzoni era più importante e nelle mie capacità. 
 
Quali difficolta' incontri nell'emergere professionalmente nel mercato musicale? Credo che il il mercato musicale stia attraversando una crisi di "contenuti". I produttori non cercano più il talento negli artisti ma dei "personaggi" di bella presenza, intonati, pronti a cantare delle canzoni che spesso trovano il tempo di una stagione. Sono anni ormai che non nascono più canzoni che rimangono impresse nella memoria del pubblico. Purtroppo si punta più al mercato e al successo che ai contenuti. Ci sono dei bravi cantanti, cantautori, gruppi emergenti, che hanno davvero talento e le cui canzoni comunicano dei forti messaggi, ma le difficoltà per emergere e farsi conoscere sono troppe. Le case discografiche sono diventate delle multinazionali che sfornano continuamente nuovi artisti senza curare, spesso, la parte musicale e comunicativa delle canzoni. Tutto è diventato troppo superficiale, estetico e commerciale. Ad influire poi sulla vendita dei dischi c'è l''IVA sui cd che in Italia è ancora troppo alta. Non si riconosce pienamente il ruolo culturale della musica e dell'importanza della sua diffusione. Tutto ciò è sbagliato poichè ci sono canzoni che sono divenute patrimonio musicale in quanto hanno segnato delle epoche storiche.


Quale strada consiglieresti di percorrere ad un giovane che vuole intraprendere la carriera musicale? Credo sia difficile dare dei consigli su cosa e come fare per intraprendere la carriera musicale. Sicuramente la vera fortuna è incontrare persone che credono non solo in te ed in quello che crei, ma anche in quello che vuoi realizzare. Non bisogna inseguire il sogno del successo, dell'essere conosciuti. In questo campo c'è bisogno di consapevolezza, di maturità e umiltà senza farsi abbagliare dalle luci del successo di un momento. Il segreto sta nel vivere la conclusione di ogni lavoro come una nuova partenza.