I giovani ai tempi del coronavirus? Si raccontano nel progetto di Chiara Pasetti

di Redazione
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Studenti protagonisti, montaggio di Mario Molinari e adesione di Achille Lauro

la nuova savona Cosa fanno i giovani in quarantena, come usano il tempo a disposizione in modo costruttivo e come rispondono all’inevitabile solitudine, lontano dal contesto sociale di appartenenza e dalla scuola in senso fisico? A questi interrogativi e a molti altri risponde il progetto dell’intellettuale e docente di Filosofia Chiara Pasetti che ha già presentato sui social e sui media tre video tematici scegliendo principalmente YouTube, la forma privilegiata di informazione ed intrattenimento dei millennials visto che è un format sui giovani, dedicato a loro. Questi video sono già virali sui social: «Il primo -spiega Chiara Pasetti- è dell’8 marzo, il giorno della festa internazionale della donna… Dovevo uscire, vedere gli amici ed essere a Genova perché era attesa sul palco del Teatro della Tosse la mia lettura teatrale con l’attrice Lisa Galantini per la regia di Alberto Giusta intitolata “Luce Bianca”, omaggio alla poetessa e fotografa Antonia Pozzi. In realtà   mi sono svegliata a Novara, che era stata dichiarata zona rossa». Da lì a poco l’estensione a tutta Italia per frenare l’ondata in corso del coronavirus.

L’intento del primo video intitolato “Io resto a casa, non me ne frego” era quello di sensibilizzare soprattutto i giovani, che in quel momento non si erano del tutto resi conto dell’importanza del loro ruolo nella situazione, della responsabilità di cui erano inevitabilmente investiti. «Ho chiesto ad alcuni studenti del Liceo dove insegno Filosofia se volevano aderire e mi hanno commossa – rivela Pasetti - per la partecipazione pronta e spontanea ben presto estesasi a macchia d’olio in altre zone d’Italia tra cui ad esempio in Liguria Genova, Borgio Verezzi e Finale Ligure. Ho chiesto loro di farmi vedere cosa stessero facendo a casa, in un viaggio alla scoperta delle proprie passioni e inclinazioni avendo più tempo da dedicarsi. Sono scaturiti disegni, fotografie, poesie, racconti, canzoni, brani al pianoforte». C’è anche chi approfitta di questi giorni per conoscere meglio e ricostruire la storia della propria famiglia mettendo in ordine le fotografie dalle più vecchie alle più recenti.

«In più ha collaborato in tutti e tre i progetti con le canzoni tratte dall’ album “1969” l’artista Achille Lauro, vale a dire “C’est la vie”, “Je t’aime” e “Sexy Ugly”. Sono onorata che abbia aderito a questo progetto da lontano, penso che al momento sia a casa a creare, e devo la conoscenza e l’approfondimento di questo artista ai miei studenti. Grazie a loro ho letto il suo libro “Sono io Amleto” e i suoi testi che mostrano affinità con i miei studi, per cui sono felice che abbia appoggiato questo progetto». Lauro stesso in questi giorni sta diffondendo messaggi importanti per i fan con i social e non solo, tra cui quelli in sostegno delle terapie intensive.

In definitiva questo progetto ambizioso sta funzionando, «Grazie all’empatia con gli studenti, alla sinergia artistica e spirituale molto forte con Lauro, all’intenzione di esorcizzare le paure e di sentirsi utili per gli altri e al fondamentale aiuto del regista e direttore de La Nuova Savona Mario Molinari». Per ora la situazione è invariata, per cui dopo le puntate “Io resto a casa, ma non mi fermo” del 16 marzo e “Io resto a casa, è solo un momento” altri contributi sono in scaletta, ognuno con la sua necessità di unire le diverse idee e voci, da ogni singola casa.

(Fonte: Il Secolo XIX – Fonte foto: La Nuova Savona)