Sesso precoce? E' colpa di papà

di Anna Laudati

La precocità nei rapporti sessuali sembra sia scritta nel codice genetico (di Monica Scotti)

 

imagescai1pbuq.jpgChe oggigiorno i ragazzi crescano più in fretta è assodato. Tv, internet, la strada sono stimoli che invitano a diventare grandi, o meglio a “sentirsi” grandi, il prima possibile e anche l’età in cui si sperimenta il sesso si abbassa, arrivando a lambire fasce anagrafiche che ci si aspetterebbe consacrate esclusivamente ai giochi. E’ di qualche tempo fa la storia di Kordeza, una ragazzina bulgara diventata madre a 11 anni il giorno del suo matrimonio. Il marito e neo papà è un giovane di 19 anni che ora rischia sei anni di galera “ci siamo conosciuti per strada, l’ho difesa da alcuni bulletti che la stavano importunando, confesso che non credevo fosse così giovane”.

Basta scorrere i titoli della cronaca di costume per rendersi conto che queste storie non sono poi così rare. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Oregon e pubblicato sulla rivista Child Development, inoltre, sembrerebbe dimostrare che dietro il moltiplicarsi di questi comportamenti sociali ci sia addirittura lo zampino della genetica. Se fino ad oggi si è imputata la tendenza ad avere rapporti sessuali in età precoce a fattori ambientali quali l’assenza in famiglia della figura paterna, l’analisi del corredo genetico di più di 1000 coppie di cugini adolescenti con più di 14 anni dimostrerebbe che ad incidere sulla “precocità” dei figli non è il contesto sociale di appartenenza ma il corredo genetico. Non fa differenza l’essere nati e cresciuti in una famiglia povera o in una famiglia ricca, così come non incide sul comportamento degli adolescenti la presenza in casa di entrambi i genitori. 

 

Lo studio assolverebbe, dunque, i papà, la cui assenza si riteneva inducesse i ragazzi a crescere “bruciando le tappe” per colmare il vuoto in famiglia. Assolte anche le mamme single per cui risulta davvero difficile controllare tutte le attività del figlio fuori casa. Lo studio, tuttavia, è stato accolto con scetticismo dai media e negli ambienti accademici. Genetica o società, natura o cultura, quello dei ragazzi che crescono in fretta è un fenomeno innegabile. L’età media del primo rapporto sessuale continua ad abbassarsi. Nel 2009, in Italia, si attestava intorno ai 16 anni, con picchi oscillanti fra i 12 e i 19 anni. Un dato preoccupante, inoltre, è che spesso alla “precocità” nella sfera sessuale si associano comportamenti a rischio quali abuso di alcool, droghe e atteggiamenti violenti nei confronti dei coetanei.